Home TV Satellite Cosa elimino e cosa recupero del vecchio impianto?

Cosa elimino e cosa recupero del vecchio impianto?

Una delle tante definizione del termine inglese restyling indica una serie di modifiche su una struttura obsoleta: anche nel campo dell’hobbistica satellitare sovente c’è la necessità di una rivisitazione tecnica dei componenti del vecchio impianto. Ma bisogna fare molta attenzione a cosa vale la pena di riutilizzare.

Questo articolo prende spunto da una richiesta di un nostro lettore che, dopo anni di lontananza dal mondo delle parabole, ha ritrovato la voglia di tornare a dedicarsi al suo hobby preferito che è la ricerca di canali televisivi lungo la fascia di Clarke. Purtroppo, il tempo passato è tanto e, da esperto di settore, il nostro lettore si è trovato a essere un neofita: troppe le cose cambiate, sia a livello tecnico sia di approccio all’impianto e un’installazione che alcuni anni fa era futuristica rischia di essere oggi inutilizzabile. Questa è una situazione che si ripete sovente e sono molte le segnalazioni e richieste che riceviamo per casi analoghi e le operazioni da eseguire vanno ponderate con cura e nei modi corretti per non rischiare di sprecare tempo e soldi: molti dei concetti che trattiamo dsono incomprensibili per i vecchi hobbisti e le tecnologie oramai consolidate nel mondo dei ricevitori digitali sono molto lontane da quelle in voga dieci-quindici anni fa. Cercheremo quindi di consigliare una strategia esecutiva che permetta, partendo dal “vecchio impianto”, ancora esistente, di migrare verso una soluzione sodisfacente, senza disfarsi di tutto quanto già posseduto ma cercando di riutilizzare il possibile.

Uno sguardo al passato

Non è possibile affrontare certi argomenti senza un cenno all’evoluzione del nostro hobby nel corso degli anni. L’avvento del digitale ha portato a sfruttare le trasmissioni satellitari in modo adeguato, senza rendere necessario ricorre a mezzi degni della NASA per captare i deboli segnali analogici provenienti da satelliti sperduti nella fascia di Clarke. La ventata di novità che ha gradualmente portato il miglioramento tecnologico introdotto con il digitale ha dato vita a nuove soluzioni e a un nuovo modo di utilizzare il SAT, il tutto aiutato dal crescente utilizzo di internet e dai ricevitori basati su sistema operativo.

Switch diseqc
Il DiSEqC (Digital Satellite Equipment Control) è un protocollo di comunicazione che utilizza il cavo coassiale tra un ricevitore satellitare e un apparato quale uno switch, un posizionatore o un rotore di piccole dimensioni, sviluppato dal provider satellitare Eutelsat. La versione 1.2 è particolarmente utilizzata per la gestione di antenne motorizzate mosse da rotori di piccole dimensioni

Se lo switch-off analogico/digitale può essere visto come l’inizio di una nuova era prima di questo l’hobby del sat era senza dubbio più difficile da sostenere sia per le spese maggiori delle apparecchiature, parabole e ricevitori, che per la necessità di maggiori conoscenze tecniche. Non dimentichiamo come non fosse ancora possibile poter usufruire dei terabyte d’informazioni che oggi possiamo trovare in rete: le parabole erano mediamente di dimensioni maggiori e sovente dotate di motorizzazioni per poter usufruire dei canali provenienti da qualsiasi posizione orbitale si riuscisse raggiungere.

Un’epoca “romantica” per gli appassionati, caratterizzata da innumerevoli innovazioni tecnologiche: gli LNB, per esempio, hanno subito una profonda evoluzione sino ad arrivare a una predominanza del modello detto universale e grazie a questa standardizzazione del componente si è affermato il protocollo DiSEqC.

La maggior potenza di trasmissione dei satelliti ha praticamente uniformato l’impianto di ricezione, rendendo sufficiente una parabola da 80/100 cm e l’avvento delle pay-tv ha impigrito l’utenza che ora ha centinai di canali a disposizione senza dover muovere l’antenna. Ma il SAT non è solo composto dai 13 gradi Est di Hotbird.

Rinnovare il vecchio impianto

La nostra base di partenza per il restyling è di tutto rispetto, un impianto che 20 anni fa era il top della gamma: parabola da 2 metri di diametro con LNB flangiato, mossa da un attuatore da 24” con un ricevitore performante a gestire le operazioni di ricerca segnali.

La prima cosa da valutare riguarda i componenti che si possono salvare e quali vanno sostituiti: le velleità di feed-hunting del proprietario dell’impianto si sposano perfettamente con un diametro di antenna importante e quindi, senza dubbio, il consiglio è di mantenere il disco attuale procedendo alla sostituzione dell’LNB e, eventualmente, dell’attuatore delegato al movimento. Da valutare le condizioni del cavo coassiale di collegamento mentre senza dubbio il ricevitore va sostituito con un modello performante, come approfondiremo più avanti.

LNB vecchio impianto
Particolare dell’LNB installato sull’impianto esistente: si tratta di un modello flangiato alloggiato sul suo feedhorn, l’imbuto che convoglia le microonde all’ interno dell’LNB, la cui forma è adeguata al rapporto tra la distanza focale e il diametro della parabola per garantire una resa ottimale

La fase più importante è lo stabilire dove sia possibile intervenire con un sano faidate e dove sia invece necessario far intervenire un professionista: la nostra esperienza, rapportata al caso in esame, consiglia vivamente di fare intervenire un antennista professionista per effettuare la regolazione dell’arco polare, la sostituzione dell’LNB e la verifica dei cavi. Questo consiglio non va preso come un cambio di rotta del nostro modo di vivere l’hobby del SAT, volto all’imparare nozioni operando in prima persona, semplicemente la regolazione dell’arco polare è un procedimento che non basta conoscere in linea teorica per ottenere risultati soddisfacenti. Un errore di pochi centimetri ha ripercussioni notevoli sul puntamento dei satelliti e gli errori che si possono commettere sono veramente molti, alcuni dei quali magari non rilevabili al momento.

In aggiunta, non è possibile pensare di puntare una motorizzata da due metri senza essere dotati di un misuratore di campo professionale e dell’esperienza necessaria per utilizzarlo al meglio. Analogo discorso vale per la scelta dell’illuminatore che deve adattarsi perfettamente alla parabola e al suo montaggio flangiato.

Componenti aggiuntivi

La revisione del gruppo di ricezione, disco, attuatore e LNB, un tempo avrebbe permesso un utilizzo immediato del nostro impianto grazie alla gestione del movimento con un posizionatore, ovvero un apparato atto a fornire segnali e tensioni necessari al posizionamento della parabola sui vari satelliti. Alcuni ricevitori, specialmente del produttore Echostar, integravano addirittura un posizionatore in alcuni modelli top di gamma: in questo modo direttamente dai menu del ricevitore si poteva procedere alla memorizzazione delle varie posizioni e all’associazione dei canali coi vari satelliti.

Posizionatore
Il posizionatore nella foto è capace di gestire, tramite il protocollo DiSEqC, antenne motorizzate che necessitino di 36 V, con la possibilità di pilotare contemporaneamente un polarizzatore meccanico, dispositivo utilissimo sui satelliti più estremi e su transponder particolarmente ostici montato sugli LNB tribanda, specialmente sulle parabole di grosso diametro

Oggi non esistono più posizionatori di questo genere, ma possiamo ottenere un buon compromesso con l’utilizzo del protocollo DiSEqC e per poter utilizzare la nostra motorizzazione va introdotto nel sistema un posizionatore che interpreta gli impulsi DiSEqC provenienti dal ricevitore e li trasforma in pilotaggio a 36 V per l’attuatore. Il lavoro necessario per allineare i satelliti è piuttosto semplice, ma lo si può portare a termine solamente quando l’impianto è funzionante, e consiste nel muovere la parabola sulle varie posizioni orbitali, utilizzando il posizionatore.

A ognuno degli slot orbitali posizionati andrà associato un numero sul posizionatore stesso, per esempio 1=Hotbird, 2=Astra e via di questo passo: in questo modo selezionando il numero 1 l’antenna si muoverà su Hotbird, con il numero 2 su Astra. La tabella di associazioni numero/posizione orbitale andrà ripetuta sul ricevitore in modo che, una volta selezionato un canale appartenente al satellite X al quale è stato assegnato il numero Y questi manderà il comando al posizionatore che procederà a muovere l’antenna sulla posizione orbitale corrispondente. 

Il ricevitore

Il ricevitore è il vero cuore del sistema ed è forse il componente che più è variato nel tempo: impensabile sino a poco tempo fa avere una flessibilità di utilizzo a disposizione nei moderni ricevitori digitali, specialmente nei modelli Enigma-based. Forse proprio nell’utilizzo del ricevitore servirà uno sforzo maggiore da parte di chi ha lasciato il SAT quando il massimo dell’efficienza era l’ordinamento alfabetico dei canali ma l’utilizzo dei settings editor e delle moderne tecniche di utilizzo delle liste canali non potrà che giovare.

Naturalmente, viste le tendenze dell’utilizzatore finale, consigliamo un ricevitore basato su sistema operativo: come abbiamo sovente ribadito non crediamo all’inferiorità tecnologica dei modelli firmware-based, ma senza dubbio utilizzare ricevitori Enigma regala ore di divertimento oltre alla possibilità di testare sempre nuovi contenuti, fino a spingersi alle soglie di applicazioni molto utili anche se distanti dal mondo del SAT, quali l’IPTV.

 

Dream Multimedia dm920
Dreambox 920, un ottimo esempio di decoder Enigma 4K UltraHD

L’impianto di antenna che abbiamo rivitalizzato rendendolo utilizzabile ai giorni nostri è fortemente improntato alla ricerca canali, quindi opteremmo per un ricevitore con la possibilità di ospitare più tuner plug&play, dotandolo inizialmente di un DVB-S2 e un DVB-T2, anche se per i puristi del SAT il digitale terrestre è un surplus, considerate le poche gioie che regala a livello di ricerca canali. Volendo essere precisi opteremmo per un tuner DVB-S2X capace di gestire i canali multistream, nuova frontiera del SAT, proprio per poter spaziare senza limitazioni.

Il 4K è d’obbligo, considerato che il nostro lettore ha un apparato televisivo di tale tipo, e naturalmente un occhio di riguardo va alla dotazione di connessioni, sia di rete sia Audio/Video: senza tenere in considerazioni discorsi economici si potrebbe pensare un modello con HDMI-IN, rete 1 GB e wireless integrato. Naturalmente, la configurazione consigliata necessita di connettività internet, senza i quali i moderni ricevitori Linux-based non possono proprio vivere: i servizi online ai quali si potrà usufruire sono una logica conseguenza della configurazione scelta.

In conclusione

Non si coprono anni di innovazione tecnologica in pochi minuti e quindi riteniamo necessario consigliare al nostro lettore di continuare a informarsi sulle mille novità che si sono succedute negli anni. Purtroppo gli hobby tecnologici possono essere crudeli proprio perché non aspettano nessuno e riportarsi al passo con i tempi costa sacrificio in termini di tempo e spesso anche di denaro.

Siamo però certi che le modifiche da noi suggerite per il vecchio impianto siano adeguate per mettere il lettore in condizioni di potersi divertire con un impianto altamente performante, imparando nuove tecniche di ricerca canali e iniziando lo studio parallelo delle utility e dei programmi.

Proprio l’utilizzo del personal computer può fare la differenza in quanto grazie a questo si aprono nuove frontiere, quali lo streaming casalingo, la registrazione su NAS e dozzine di altre applicazioni tanto che l’unico limite è la fantasia dell’utilizzatore.

LASCIA UN COMMENTO

Inserisci il tuo commento
Inserisci il tuo nome

Se questo articolo ti è piaciuto e vuoi rimanere sempre informato sulle novità tecnologiche

css.php