Feed. Irresistibile passione

Febbraio 2010. Come è risaputo, l’inglese ha la particolarità di comprendere per uno stesso termine una variegata accezione di significati, a seconda del contesto: spesso e volentieri anche prescindendo dalla necessità di ricorrere a sfumature.

Chiunque consulti un buon dizionario troverà alla parola feed varie definizioni: pasto, scorpacciata, pascolo, rifornimento, battuta teatrale, rifornimento ciclistico e altro ancora.
Per chi invece è più avvezzo alle tematiche satellitari, riconosce nei feeds un solo significato: quello di segnale a carattere temporaneo e discontinuo, differentemente dai segnali dei canali regolari, abitualmente trasmessi 24 ore su 24.

I feeds nascono dalla necessità delle varie emittenti televisive di coprire, attraverso collegamenti in diretta e in certi casi registrati, eventi di molteplici generi, da quelli sportivi agli spettacoli, dalle news alle conferenze e via dicendo.

Per riprendere i suddetti eventi esiste tutta una procedura che coinvolge più soggetti: dall’emittente che prenota una trasmissione rivolgendosi a un organismo centrale (es. l’Eurovisione) oppure a grandi compagnie del settore che permettono di veicolarli; a chi provvede ad assicurare le immagini; a chi,come detto in prima istanza garantisce il circuito e la fruizione dell’evento distribuendolo anche a più catene televisive.

Facciamo un esempio pratico: il torneo di Tennis del Roland Garros.
Premesso che per alcuni eventi sportivi, come quello appena menzionato, preliminarmente si effettua un’aggiudicazione dei diritti di copertura televisiva (a volte a vantaggio delle Tv in chiaro, a volte più facilmente ad appannaggio di pay tv), chi si garantisce questa possibilità concorda  la prenotazione di uno o più segnali (per l’appunto i feeds), allocati in specifici luoghi denominati transponder che si trovano su determinate posizioni orbitali.

Orizzonti sconfinati, tutti da esplorare
Chi crede che parlando di satellite ci si possa limitare solo ai 13° Est Hotbird dove trasmette SKY Italia, sbaglia di grosso: i satelliti disponibili per le trasmissioni televisive sono moltissimi e coprono una fascia geostazionaria che per l’occasione è chiamata Fascia di Clarke, in onore del famoso scrittore di fantascienza ed esperto in telecomunicazioni.

Ritornando al Roland Garros, dovendo coprire televisivamente più campi di gioco contemporaneamente da destinare magari a singoli specifici canali regolari, è indispensabile avvalersi di più segnali, più facilmente raggruppati in un piccolo insieme, chiamato mux sul quale convogliano le camere relative a più “court”.

Prendendo il caso di un singolo broadcaster, esso commissiona ad apposite società (services) l’incarico di far avviare il (oppure i) feed appoggiandosi a dei pulmini dotati di antenna parabolica sul tetto e di una vera e proprio consolle di regia all’interno, van che si recano in stretta prossimità del luogo dell’evento.

Gli uomini che vi operano (uplinkers) ricevono via fax o direttamente in e-mail le coordinate da seguire da parte del cosiddetto MCR (acronimo che sta per Master Control Room, ossia regia centrale): i dati trasmessi comprendono, fra gli altri, frequenza, polarizzazione, modulazione e così via.

Questi dati vengono immessi nel van uplinker non senza aver “puntato” il satellite prescelto, muovendo il disco parabolico sul tetto in direzione della posizione orbitale concordata.
L’interscambio di informazioni, dati, verifiche incrociate sulla qualità dell’immagine e del suono fra MCR e uplinkers è molto intenso e il più possibile accurato, ancor prima che si decida di “accendere” a tutti gli effetti il (o i) feed: si sottintendono a questo proposito tutte quelle operazioni preliminari di controllo che precedono l’attivazione del feed, che può essere aperto in un tempo variabile da pochi minuti in prossimità dell’evento a diverse ore di distanza dallo stesso, a seconda di alcune circostanze e taluni fattori.

La regia centrale riceve così il suddetto segnale, al quale possono essere o meno aggiunti logo e grafica, comprimendolo nella risoluzione preferita: la dispersione qualitativa del segnale sorgivo diramato dagli uplinkers è da mettere in conto, ma ormai i mezzi tecnici adoperati sono giunti a un livello sofisticato tale da ottenere livelli ottimali, specie se l’emittente in questione predilige una particolare attenzione per queste caratteristiche.

A questo punto il segnale viene irradiato dalla MCR verso le antenne paraboliche degli utenti televisivi, le quali antenne a loro volta lo trasmettono al (o ai) ricevitori in possesso dei medesimi.

Tutto alla luce del sole
È datata ormai qualche lustro l’attività di chi intercetta questi segnali: in gergo chi fa questo è chiamato “feed hunter”, cioè cacciatore di feed. Può sembrare superfluo ribadirlo, ma è bene precisare che non c’è assolutamente nulla di illegale in tutto questo.

Il “feed hunter” non è né un hacker, né un cracker: i feeds sono trasmissioni di servizio temporanee, accese in concomitanza di un determinato evento e spente al termine dello stesso: possono durare ore (specie se si tratta di convegni, spettacoli o tornei di tennis) come pochissimi minuti (nel caso ad esempio di velocissime news o brevissimi inserti).
Tutte sono comunque legittimamente a disposizione on air, ovviamente disponendo di un adeguato set-up: per “a disposizione” intendiamo principalmente la ricevibilità del segnale stesso, che prescinde in sé dal fatto se esso sia trasmesso in chiaro (attraverso vari sistemi di modulazione e compressione) oppure criptato.

L’autentico, genuino “feed hunter” non si prefigge di scardinare o aprire segnali codificati: le motivazioni di chi “cattura” questi segnali possono essere molteplici e variare da persona a persona: il desiderio di apprezzare alla fonte e talora con largo anticipo, immagini di alta qualità tecnica, spesso migliori di quelle che magari parecchie ore dopo verranno diffuse sui canali regolari; la possibilità a volte di vedere in chiaro attraverso i feeds degli eventi altrimenti sottoposti a codifica da parte delle pay-tv; la curiosità per i cosiddetti “fuorionda” dei giornalisti, dimentichi che c’è una non piccola schiera di persone che proprio con i feeds possono vedere cosa accade dietro le quinte, anche quei buffi e strani gesti fatti prima che la regia dia il via ufficiale. E così via.

LASCIA UN COMMENTO

Inserisci il tuo commento
Inserisci il tuo nome