Meglio conoscerli a fondo

Ottobre 2009. Sembra paradossale ma in molte occasioni si tende a deprezzare l’importanza degli elementi che costituiscono un impianto satellitare: questa tendenza sale vertiginosamente quando si ha a che fare con tecnologie delle quali si conosce poco, almeno dal punto di vista tecnico.

Un esempio lampante, senza entrare ancora nel campo del satellite, è la scelta dei CD che utilizziamo per le nostre masterizzazioni.
Tipicamente per la scelta del masterizzatore si impegna tempo e si investe denaro, cercando modelli che supportino qualsiasi formato conosciuto, quindi si cercano sorgenti di qualità, al fine di garantirci la purezza del suono.

A questo punto, di solito, si comprano i CD vergini più a buon mercato, invalidando così le scelte corrette effettuate in precedenza. Con un supporto a bassissima qualità, infatti, i problemi di fruscii e cattiva qualità nella resa sonora sono all’ordine del giorno e non c’è nessun masterizzatore che possa ovviare a questa carenza.

Nel campo della ricezione  satellitare succede la stessa cosa: il ricevitore è il componente del nostro impianto che più di ogni altro assorbe le nostre attenzioni (e i nostri risparmi) tanto da dimenticare che senza un adeguato impianto di ricezione, antenna e LNB, il nostro “caro” ricevitore non potrà esprimere al meglio le sue qualità.

Senza entrare in discussioni filosofiche questa tendenza di non conoscere la reale importanza della parabola è rafforzata dagli impianti a bassa resa che le pay-tv, SKY nel nostro caso, propongono a bassissimo costo per invogliare i nuovi clienti ad abbonarsi.
L’utente comune è portato a pensare che se l’installatore inviato dal provider installa un certo tipo di parabola, quello sia quanto serve.

Parabola, meglio abbondare
Ma ai nostri lettori, ne siamo certi, interesserà certamente di più conoscere i meccanismi che regolamentano la ricezione satellitare (non per nulla si parla di passione per il sat) e  quindi sono poco disposti ad accontentarsi della semplice e sbrigativa installazione di una parabola.

L’appassionato tende ad imporre le proprie scelte all’installatore, se non è addirittura disposto a cimentarsi in prima persona nell’installazione del proprio impianto di ricezione, che al pari di qualunque altro sistema audio/video (Hi-Fi, Home Theater, ecc.) deve sempre contenere uno o più elementi “personalizzati”, selezionati soggettivamente e su misura.

E come sempre è necessario avere le idee chiare circa gli obiettivi che si vogliono raggiungere in termini di risultati sperati: nel nostro caso, numero e qualità di ricezione dei canali ricevibili, tutti obiettivi che partono dall’attenta valutazione della parabola e dell’LNB senza trascurare, a scendere, la qualità del cavo e degli altri delicati componenti del sistema (decoder, switch, modulatori, Tv color, impianti audio e così via).

Obiettivi e distinzioni di partenza
Generalizzando il discorso possiamo suddividere le scelte possibili in tre sezioni: impianto fisso con un solo satellite, impianto fisso con dual-feed, impianto motorizzato. Per la precisione dobbiamo considerare anche un’altra categoria di impianti, quelli basati su antenne toroidali, installazioni fisse ma con la possibilità di ricezione di molti satelliti.

Non ci soffermeremo sui consigli relativi al migliore impianto per le nostre esigenze ma cercheremo di capire, una volta scelto il tipo, che cosa installare sul nostro tetto. Palese che la scelta più semplice sia l’installazione di un sistema monofeed, quindi una parabola fissa con un solo LNB che permette la visione dei canali di un solo satellite.

Ma come visto in precedenza si tende a sottovalutare questo tipo di impianto, ritenendolo sempre di classe economica e dotandolo sovente di parabole di diametro insufficiente, accoppiate a LNB con figure di rumore ai limiti dell’accettabile e con capacità di ricezione assai ridotta.

La parabola riceve, infatti, l’onda elettromagnetica che costituisce il segnale televisivo e, proprio grazie alla sua forma, si occuperà di rifletterla in un unico punto detto fuoco dove è posizionato l’LNB. In questo modo, la potenza del segnale ricevuto dall’LNB sarà abbastanza alta da poter essere adeguatamente elaborata dal decoder connesso all’LNB tramite il cavo coassiale.

Proprio per questa peculiarità di riflettere le onde, maggiore sarà il diametro e meno problemi si presenteranno quando le condizioni atmosferiche non saranno buone: perturbazioni, vento, pioggia possono infatti influire negativamente sulla ricezione del segnale. Rischiare di non vedere il programma preferito per colpa di un temporale e di una’antenna di piccolo diametro non ha alcun senso e giustificazione, soprattutto se consideriamo l’irrisoria differenza di costo esistente tra due parabole di diverse dimensioni.

Il nostro consiglio è di installare antenne di almeno 90/100 cm di diametro anche in previsione di possibili ampliamenti dell’impianto, infatti con queste diametro del disco possiamo tranquillamente pensare di installare un secondo LNB trasformando il nostro sistema in dual-feed ed anche di motorizzare la parabola con un rotore d’ antenna.

Per contro un’antenna di piccolo diametro, anche se sufficiente in molte situazioni, dovrà sempre essere sostituita in caso di crescita dell’impianto. Il tipo di parabola a cui abbiamo fatto riferimento sino ad ora è la cosiddetta offset, antenna nella quale il fuoco non è corrispondente al centro del disco e il diametro non supera i 150 cm.

Nel caso si voglia esagerare o le soggettive esigenze siano tali da portarvi a scelte estreme sono consigliabili parabole prime-focus, con fuoco centrale e grossi diametri: la motorizzazione di queste antenne richiede montaggi polari, cioè che tengano la parabola allineata all’arco polare durante l’escursione, e l’impiego di attuatori.
Quindi, almeno in questo caso, le misure contano eccome e permettono la ricezione dei segnali televisivi con qualunque condizione climatica che non sia estrema.

LNB, vero artefice della ricezione
Ma il vero responsabile del funzionamento del nostro impianto di ricezione è l’LNB. Come abbiamo visto la parabola riflette le onde elettromagnetiche verso l’LNB che è quindi delegato a ricevere il segnale, convertirlo a frequenze inferiori e trasferirlo al ricevitore, tramite il cavo coassiale.

Gli LNB che prendiamo in considerazione sono quelli utilizzati nella stragrande maggioranza degli impianti satellitari non professionali, ossia i modelli “universali”, comparsi al grosso pubblico in concomitanza con l’inizio delle trasmissioni digitali.

Un parametro molto importante ai fini della scelta dell’LNB è dato dalla figura di rumore, che indica quanto fattore di disturbo (rumore) apporti il processo di amplificazione del convertitore ai segnali giunti dal satellite.
In commercio esistono convertitori con figure di rumore tra 0,1 dB e 1dB: tipicamente per un impianto medio è sufficiente utilizzare un LNB di marca con figura di rumore 0,3dB.

Considerando che questo apparato è comunque esposto alle intemperie, al caldo afoso così come alle ghiacciate invernali, al pari della parabola non si dovrà puntare al massimo risparmio, perchè anche in questo caso la massiccia penetrazione di questi dispositivi ha fatto sì che il prezzo di vendita sia oramai alla portata di tutte le tasche.

Quindi meglio non farsi abbagliare dagli LNB low-cost che si trovano su internet ma piuttosto optare per un modello del quale si conoscano caratteristiche e nome del costruttore: l’installatore di fiducia potrà essere d’aiuto in questa fase.

Un LNB difettoso così come uno dozzinale, presenta difetti che magari si presentano in modo casuale: mancata ricezione di determinate frequenze che vengono tagliate (solitamente quelle alte) oppure basso livello e bassa qualità del segnale ricevuto.
Non vale veramente la pena di perdere tempo alla ricerca di guasti quando una buona scelta iniziale può evitarcelo.

Se l’impianto è formato da un LNB universale la sua trasformazione in impianto motorizzato non comporterà nessuna modifica, mentre per realizzare un sistema dual-feed sarà sufficiente aggiungerne un altro, servendosi delle apposite staffe.
Come è facile comprendere se su una sola parabola sono montati due LNB uno di essi non potà essere puntato sul fuoco della parabola, bensì su un fuoco secondario, ricavato in automatico dall’inclinazione che il supporto  dual-feed conferisce al secondo LNB.

 Nel caso in cui la parabola fosse di tipo toroidale ogni satellite che si decide ricevere necessiterà di un LNB dedicato e tutti questi segnali in ingresso al ricevitore, come per il dual-feed, saranno pilotati tramite uno switch DiSEqC.

Punti chiave: chiariamoci le idee
Giunti a questo punto dovremmo avere le idee più chiare su come comporre il nostro impianto, almeno per quanto riguarda la parte che sta sul tetto.
Va valutato il fatto che per usare un impianto semplicemente per vedere la televisione probabilmente un disco da 90 cm con un buon LNB basta e avanza, ma se vogliamo coltivare il nostro interesse per le emissioni satellitari allora perlomeno dovremmo pensare ad un dual-feed, ma molto meglio, ove possibile ad un impianto motorizzato con un bel disco da 100/120 cm con cui captare praticamente tutto il ricevibile.

La soluzione toroidale è ottima in quanto facilmente ampliabile semplicemente aggiungendo LNB (e switch) ma, paradossalmente,  è quella meno simile ad una motorizzata, proprio a causa della forma del disco, non utilizzabile in abbinamento con un motore.

Come al solito sapere esattamente cosa si desidera ottenere, insieme alla conoscenza di come realizzarlo al meglio ci impedirà di compiere scelte errate, dettate solamente dall’impulso del momento.
Un piccolo esempio a testimonianza delle nostre teorie: recentemente alcuni provider hanno lanciato alcuni bouquet di canali hard sui 9° Est, alcuni direttamente migrati dai 13° Est.
Per ricevere Euro Bird con un impianto fisso le scelte erano essenzialmente due: la motorizzazione della parabola  o l’aggiunta di un feed, scelta meno cara.

A distanza di pochi mesi i canali hard hanno abbandonato la posizione satellitare relativa ai 9° Est per tornare sui 13° Est: tralasciando i giudizi sull’operazione rimangono i risultati.

Chi ha scelto per la motorizzazione del proprio impianto in ogni caso ora usufruisce della possibilità di vedere molti altri canali e, se si dovesse ripetere una simile operazione di spostamento di canali su di uno slot orbitale diverso, gli utenti si troverebbero preparati, al contrario di chi avendo optato per un semplice switch con LNB ora, pur ricevendo i 9° Est, non si ritrova la quantità sperata di canali sui quali sbizzarrirsi.

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