Passione per il Sat? Ecco i “ferri” del mestiere

Maggio 2009. Con l’introduzione delle trasmissioni satellitari digitali, ma anche prima con quelle analogiche, nasceva anche una categoria di persone fissate con la tecnologia e con i suoi molteplici sviluppi, che, più che appassionarsi al satellite in quanto mezzo per vedere molti canali televisivi con una qualità migliore e con una spesa relativamente bassa, si appassionò a tutto ciò che stava intorno alla semplice visione di un canale Tv: per questi non era importante vedere una certa trasmissione su di un dato canale, ma solo la possibilità di ricevere “quel” canale.

Ciò che, di fatto, dovrebbe essere il risultato finale – la visione della Tv – veniva considerato un effetto collaterale: ben più importante era divertirsi con le antenne paraboliche, con gli switch, con i ricevitori e i collegamenti azzardati, che annoiarsi con un programma televisivo magari non all’altezza.

L’espansione di Internet, che conobbe un picco in quegli stessi anni, contribuì allo sviluppo di questi appassionati che ora avevano anche un mezzo a disposizione per scambi di opinioni, di idee grazie ai newsgroup, ancora esistenti ai giorni nostri ma oramai sostituiti dai più moderni e user-friendly forum.

In quegli anni la figura dell’hobbista del sat era profondamente diversa da ora: la passione per una nascente Internet unita a quella per il sat tipicamente convogliavano su persone dotate di una buona preparazione tecnica ed informatica, e di un portafoglio ragionevolmente fornito per far fronte all’acquisto dei ricevitori, all’epoca molto costosi.

Abbiamo, quindi, tracciato il profilo dell’hobbysta medio: un appassionato di tecnologia, dotato di buona preparazione tecnica e indipendenza economica, tipicamente uomo, dai 25 anni in su.

Con queste premesse non è difficile capire che il gruppo di appassionati non era poi così vasto anche se molto preparato, ma con il passare del tempo gli appetiti economici sul mondo del satellite uniti ad una sempre maggiore diffusione del satellite nelle famiglie sfociò nell’avvento delle pay-tv.

Logico che per aumentare la quantità di abbonati fosse necessario ridurre il prezzo dei ricevitori e ciò avvenne quando le pay-tv iniziarono ad offrirlo in comodato d’uso: una delle conseguenze fu un vero e proprio boom di nuovi utenti, utenti attratti non più dal satellite come hobby ma dalla possibilità di accedere alla Tv sat a costi contenuti.

Cracker esperto o imbranato?
La tecnocrazia creatasi nel gruppo di appassionati era destinata a scontrarsi con una dura realtà: una massa di nuovi appassionati del sat sprovvisti però della preparazione e delle conoscenze comuni ai primi appassionati, approdò ad Internet.
E come se questo non bastasse il maggior bacino di utenza, in costante crescita, scatenò anche la pirateria informatica, applicata ai sistemi di codifica satellitari, ancora in fasce.

In pochi anni si assistette ad una vera e propria rivoluzione e molti appassionati ritennero, a torto, di essere dei veri e propri esperti di satellite per il solo fatto di sapere riprogrammare il proprio ricevitore.

Ancora oggi figure del genere sono definite “lamers”. Da Wikipedia ecco la definizione: “Lamer è un aspirante cracker con conoscenze informatiche limitate. Il termine inglese, usato in genere in senso dispregiativo, significa letteralmente “zoppo” ma si potrebbe rendere in italiano come imbranato o rozzo”.

In pratica si manifestò in quel periodo un cambio generazionale grazie alla maggiore penetrazione del satellite nelle famiglie, cambio che se da un lato fu positivo in quanto più persone poterono avvalersi della televisione via satellite, d’altro lato portò ad un impoverimento dell’intero mercato, dominato dalla sola presenza di ricevitori forniti in comodato gratuito, e di installazioni esclusivamente mono feed con puntamento “obbligato” su Hot Bird.

Nuove generazioni all’orizzonte
Ora chi si accosta alla Tv satellite sa a malapena dell’esistenza della parabola e dell’LNB, ma conosce tutto dei programmi di SKY: la situazione è ribaltata. Tuttavia in questi ultimi tempi, grazie ad un rinnovato interesse per il satellite, in parecchi stanno tornando ad appassionarsi. Non siamo più soltanto al cospetto di un irriducibile manipolo di “impallinati”, bensì di nuovi utilizzatori del mezzo satellitare, desiderosi di imparare tutto il possibile: ed è proprio a questi nuovi appassionati che ci rivolgiamo.

Un appassionato, per definizione, deve essere in possesso di un impianto sat, parabola, LNB e ricevitore: non è scopo di questo articolo dare consigli approfonditi sulla tipologia di impianto di cui munirsi, tuttavia non ci stancheremo mai di ripetere che non ha senso esagerare.
Un impianto con un ricevitore al di fuori delle proprie conoscenze tecniche è utile quanto una macchina super sportiva in mano ad un neo patentato: il danno che si ricava è molto maggiore del profitto.

Infatti non bisogna pensare di comprare il meglio per poi, al limite, non utilizzarlo: anche nell’impiego quotidiano e comune le problematiche che ci si ritrova ad affrontare sarebbero insormontabili e tali da far desistere anche l’appassionato più incallito.

Naturalmente, e questa è l’altra faccia della medaglia, non possiamo neppure lontanamente pensare di iniziare ad interessarci di satellite muniti di un ricevitore SkyBox: ottimo per il bouquet SKY, ma assolutamente inadeguato per tutto il resto.
Quindi, muniti del nostro impianto a misura d’uomo vediamo quali accessori sono indispensabili, quali ci possono tornare utili e cosa evitare.

L’indispensabile e il superfluo
Indispensabile ai nostri fini è un personal computer: tutti i ricevitori digitali di una certa fascia sono programmabili nel firmware di gestione e offrono la possibilità di caricamento dei setting, sino ad arrivare ai ricevitori Linux embedded che accettano anche connessioni via Internet.

Possibilmente, considerata la natura giocosa del nostro hobby, sarebbe da preferire un computer dedicato al satellite, per non rischiare di compromettere dati importanti magari sul PC del lavoro. Sistema operativo preferito è Windows XP, oramai stabile e duraturo: dimenticatevi sistemi operativi obsoleti quali Windows98, ma attenzione anche a Vista, non sempre compatibile con i software di comunicazione seriali.

Infatti, nonostante le nuove tecnologie, la porta seriale è ancora quella più utilizzata per le operazioni di caricamento firmware, sicuramente l’unica utilizzabile in condizioni di emergenza, leggi crash del ricevitore.

Pur esistendo parecchie interfacce a basso costo che effettuano conversione da USB a seriale e viceversa sarebbe meglio, per alcune incompatibilità rilevate su questi dispositivi, se il PC fosse provvisto di porta seriale on board.
E, per rimanere in tema di seriale, assolutamente indispensabile un buon cavo Null-Modem realizzabile in proprio, servendosi di comune saldatore e di alcuni schemi elettrici (vedi schema).

Sempre legato al computer, a seconda del ricevitore digitale in vostro possesso, può essere necessario munirsi di una penna USB. Da qualche tempo a questa parte, infatti, quasi tutti i ricevitori dispongono di almeno una presa USB allo scopo di facilitare le operazioni di aggiornamento del ricevitore, oppure per consentire la registrazione su supporti esterni.

Se il vostro ricevitore consente la registrazione via USB allora potete munirvi di un hard-disk esterno di generose capacità, in grado di contenere anche le registrazioni, se, per contro, verrà utilizzata solo per gli aggiornamenti è inutile eccedere.

Anche in questo caso vale l’avvertimento di prima: per evitare di mandare vostro figlio a scuola con l’ultima versione del firmware del ricevitore digitale mentre state faticosamente tentando di caricare il suo compito in classe sul decoder, sarebbe meglio utilizzare una penna USB solo per questo scopo.

A questo punto è necessario scaricare da Internet i programmi per la gestione del ricevitore: per ogni esigenza occorre un programma per il caricamento del firmware (loader), l’ultima versione del firmware del ricevitore, il settings editor specifico e gli ultimi setting disponibili.

Se il sito della casa costruttrice non mette a disposizione questi programmi non allarmatevi, il 99% del materiale di questo tipo è prodotto da sviluppatori esterni e messo a disposizione su siti amatoriali: un ricerca su di un qualsiasi motore di ricerca dovrebbe bastare.

Risposte adeguate per ogni esigenza
Ora dovremmo essere in grado di far fronte a qualsiasi necessità e possiamo iniziare a familiarizzare con le operazioni di base dell’aggiornamento del ricevitore: mentre non è consigliabile fare dei test sull’aggiornamento del firmware se non nel momento in cui una nuova versione sia disponibile, possiamo tranquillamente leggere e scrivere i setting, o via seriale oppure, come visto, attraverso la porta USB.

Prendere confidenza con settings e settings editor è uno dei modi più immediati per addentrarsi nelle problematiche relative a transponder, satelliti e canali, e può dare molta soddisfazione specie nel momento in cui carichiamo sul nostro ricevitore una lista canali con le proprie personalizzazioni.

Ma il nostro ricevitore ha bisogno ancora di qualche attenzione perché dobbiamo stabilire se è in grado di leggere la card del nostro abbonamento oppure se munirci di una CAM, e qui il discorso si complica leggermente.

Mentre una volta si assisteva ad un grande impiego di CAM ufficiali, cioè commercializzate da chi fornisce il servizio di criptatura, oppure non ufficiali e quindi programmabili con più di un sistema, ora si tende a personalizzare gli slot delle card in modo che ognuno corrisponda ad uno specifico sistema.

Naturalmente, come ampiamente trattato negli scorsi numeri, esiste la possibilità, su svariati ricevitori (grazie al caricamento di firmware alternativi) di rendere lo slot per le card compatibile con tutti i sistemi di criptatura: dobbiamo, però, noiosamente ribadire che queste procedure potrebbero essere considerate illegali e quindi perseguibili.

Se ci si deve munire di una CAM, sia essa ufficiale oppure no, è meglio munirsi di un programmatore detto CAS Interface (distribuito dalla DuoLabs) in grado di programmare parecchie CAM e numerose smartcard in commercio.
Tale apparecchiatura è assolutamente legale: l’aspetto illecito nella riprogrammazione di una CAM sta nel firmware caricato, non nel mezzo utilizzato per compiere la procedura.

La fortuna del CAS3 e dei suoi predecessori è quasi una leggenda metropolitana: anni fa un firmware alternativo caricato su di una CAM, la famigerata Magic CAM, conteneva una “time-bomb”, cioè un codice di blocco che, ad una certa data, più esattamente il 1° aprile 2003, bloccava la CAM stessa.

Si assistette ad una vera moria di CAM, senza possibilità di recupero sino a quando la Duolabs non commercializzò l’antenato del CAS3, in grado di ripristinare le parti di firmware rovinate dal burlone informatico.

Da allora ogni buon hobbysta è munito di un CAS interface onde evitare sorprese. Il CAS3 permette la piena gestione del connettore PCMCIA e quindi qualsiasi tipo di test sulla CAM come se questa fosse inserita nel ricevitore. Tale possibilità apre il suo utilizzo anche a test in ambito professionale.

Sino all’infinito e oltre
A lungo andare la pratica del sat porta a deliri di onnipotenza: se all’inizio il tutto sembra complicato, le nozioni di base incomprensibili e siamo spinti solo dalla passione a da un pizzico di inspiegabile follia, più passa il tempo e più si tende ad una forma di fai-da-te esasperata.

L’antenna con un solo feed non basta più, e non sono rari i casi in cui una sola parabola può risultare “stretta”. Proprio in previsione di questa fase di progressiva crescita del nostro hobby sarebbe opportuno munirsi di uno strumento di controllo come lo SmartMeter (vedi link sotto il titolo) di recente salito alla ribalta degli appassionati per il costo sicuramente più abbordabile.

Non si tratta, naturalmente di uno strumento professionale, ma di sicuro l’installazione di una parabola diventa assai più agevole e precisa, grazie alle funzioni di calcolo dell’angolo e di sat-finder. Lo SmartMeter può aiutarci anche in caso di mancanza di segnale, contribuendo ad individuare se la causa sta nel ricevitore o nell’antenna, insomma un vero aiuto per gli appassionati più esigenti.

Chiudiamo con un ultimo consiglio: non fatevi tentare da acquisti di materiale adatto alla pirateria satellitare, non per motivazioni morali, ma semplicemente perché, il più delle volte, non durano il tempo di utilizzarle. Smartcard che promettono meraviglie dopo pochi giorni utili soltanto come sottobicchiere, ricevitori capaci di “aprire” tutto senza pagare, ma già inservibili al primo upgrade dei provider.

Questo è un hobby già abbastanza costoso di suo, e davvero non è il caso di aggiungere spese sciocche: in più come si può pensare di protestare dal rivenditore per una funzione “pirata” non più funzionante?

A costo di ripeterci vogliamo ribadire che la questione non è morale, altrimenti esulerebbe dalla funzione della nostra rivista, ma puramente tecnica e alla fine non sarà la pirateria a vincere.

Speriamo comunque di avere reso l’idea di cosa sia la passione del sat: la voglia di agganciare segnali impossibili, la voglia di impazzire dietro a problematiche tecniche per le quali non avremmo mai pensato di perdere neppure un secondo, è l’esigenza di riempirsi la casa di ricevitori e non averne mai uno disponibile per vedere la Tv, è il continuo ricercare migliorie al proprio sistema che non si utilizza praticamente mai e, non per ultimo, il piacere di poter condividere queste esperienze con gli amici.
Se credete sia da pazzi, il sat non fa per voi…

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