Problemi con lo switch-off? Poni subito rimedio

Marzo 2011. Pensate a una grande città dove i canali della Tv analogica sono sempre sati  ricevibili da più direzioni e in cui gli impianti condominiali sono stati allestiti usando più antenne e, necessariamente, anche centralini modulari dotati di filtri specifici per ogni canale ricevuto.
In questo scenario se lo switch-off viene fatto attivando canali digitali su frequenze diverse da quelle usate fino a quel momento dai canali analogici, avviene inesorabilmente un black-out televisivo che coinvolge tutti i residenti in condominio ossia la maggior parte di telespettatori.
Questo, purtroppo, è quanto accaduto nel recente switch-off della Lombardia dove sia i nuovi mux RAI sia gli altri delle Tv private nazionali sono stati oscurati per diversi giorni, fin quando un tecnico non ha potuto intervenire sui centralini condominiali provvisti di filtri che impedivano la ricezione dei nuovi canali: cosa non accaduta, invece, negli stabili provvisti di centralino a larga banda (figura 1).

Questione di Paese
Si parla ormai da diversi anni del passaggio al digitale, pertanto molti telespettatori hanno potuto prepararsi per tempo all’importante appuntamento, acquistando il decoder in anticipo. I primi decoder DTT commercializzati in Italia integravano un sistema di sintonia dei canali compatibile con le norme sulle trasmissioni Tv dei diversi paesi, caratterizzate però da alcune individuali differenze. Ad esempio il sistema italiano prima dello switch-off prevedeva una suddivisione delle frequenze VHF in canali distanti tra loro secondo standard diversi da quello tedesco o francese. Dallo switch-off, in Italia, la suddivisione delle frequenze, chiamata “canalizzazione”, è diventata Europea (vedi la tabella). Un vecchio decoder nella fase di sintonia dei canali digitali chiedeva in quale paese ci si trovasse, adeguando di conseguenza la ricerca dei canali e tenendo conto delle differenze. L’uso oggi di questi decoder nella banda VHF può far sì che la ricerca automatica non trovi nulla o comunque non sintonizzi tutti i canali digitali presenti nella zona.
Per ovviare a questo inconveniente è necessario perciò impostare prima della ricerca, un paese diverso dal nostro, ad esempio la Germania e riavviare la scansione dei canali. È opportuno precisare che i decoder di ultima generazione tale “adeguamento” lo realizzano in modo automatico.

Fondamentale l’antenna
Prima dello switch-off, negli impianti Tv convenzionali, erano diffuse in grande quantità antenne specifiche per singolo canale o ricezione di banda (banda IV o V) selezionate in fase d’installazione dall’antennista per migliorare la qualità dei canali e risolvere gli eventuali problemi di ricezione.
Ad esempio in molte località l’antenna per la ricezione di RaiUno analogico era solitamente progettata per captare un singolo canale, e per questo motivo veniva definita “antenna di canale”. Con il digitale vengono utilizzati anche canali diversi da singolo analogico e pertanto l’antenna di canale si ritrova nell’impossibilità di captare correttamente le nuove emittenti, richiedendo la sostituzione con un modello a larga banda VHF (figura 2).
Lo stesso discorso vale se nella banda UHF sono state fatte scelte analoghe per gestire ricezioni difficili. Anche in questo caso si dovrà valutare quali antenne sostituire o comunque come “trattare” i nuovi canali digitali.

Equilibri e potenze in gioco
La potenza di trasmissione dei canali digitali è tendenzialmente più bassa rispetto a quella degli analogici. Ciò perché le trasmissioni digitali sono più efficienti e possono garantire la ricevibilità di segnali molto meno potenti di quelli analogici. Ad esempio negli impianti Tv le norme tecniche prevedono che il segnale minimo fornibile da una presa Tv debba essere di 57 dBuv per gli analogici e 45 dBuv per i digitali. Ciò significa che il decoder digitale terrestre e tutti i nuovi televisori con tuner DTT integrato necessitano di segnali più bassi rispetto a quelli richiesti da un televisore analogico. Detto questo proviamo a ipotizzare cosa potrebbe accadere in un impianto correttamente funzionante per i canali analogici  se allo switch-off si trovasse a gestire segnali digitali più bassi di potenza.
Abbiamo simulato una situazione tipo facilmente riscontrabile (figura 3) dove la presa Tv più sfavorita dell’impianto prima dello switch fornisce segnali analogici di 60 dBuV (ben 3 dB sopra il minimo previsto dalle norme), ossia un buon segnale, ammesso che in antenna siano presenti almeno 70 dBuV.  Se lo stesso impianto deve funzionare con i canali digitali e quindi fornire alle prese almeno 45 dBuV (come stabilito dalle norme tecniche) è necessario disporre in antenna segnali superiori a 55 dBuv. Ciò potrebbe essere un limite perché in alcune zone i segnali digitali possono essere più bassi di tale valore: vuoi perché sono semplicemente più bassi pur provenendo dalla stessa direzione di quelli analogici vuoi perché i segnali digitali arrivano da postazioni trasmittenti diverse e quindi più lontane.
La soluzione in questo caso sarà quella di elevare la potenza del segnale distribuito impiegando antenne con un guadagno maggiore e, in ultima analisi, sostituendo il centralino con un modello dotato di guadagno maggiore.

Rete e interferenze
La diffusione del Digitale terrestre per i mux nazionali avviene con la tipologia SFN, ossia la copertura del territorio avviene con più trasmettitori situati in postazioni diverse che operano sulla stessa frequenza. Tali trasmettitori sono sincronizzati tra loro per quanto riguarda il flusso di informazioni digitali: tutti erogano lo stesso flusso nello stesso istante. Tuttavia può accadere che in una zona dove siano ricevibili i segnali provenienti da due trasmettitori i cui segnali giungono entrambi all’antenna ricevente, si generi una condizione interferenziale tale da non permettere la decodifica del segnale sebbene questo possieda una potenza adeguata.
In questo caso una prima soluzione potrebbe essere quella di disorientare leggermente l’antenna ricevente per diminuire l’intensità del segnale interferente (figura 4). Si possono avere casi nei quali la ricezione ottimale dei canali digitali avviene se l’antenna non è orientata verso il trasmettitore. In situazioni difficili è sicuramente necessario l’intervento di un tecnico professionista.

Muoversi tra decoder e “bollini”
Un altro aspetto riguarda non più gli impianti Tv ma i televisori a schermo piatto e la loro adattabilità alla ricezione dei canali digitali. Quando l’impianto condominiale funziona correttamente e fornisce a tutti i residenti i nuovi canali digitali, si possono riscontrare ancora alcuni problemi dovuti ai decoder e ai televisori.
Nelle abitazioni possono esserci “vecchi” Tv color LCD privi del decoder digitale e pertanto questi apparecchi, pur essendo di una generazione ancora recente, richiedono l’uso di un decoder esterno come accade per i vetusti televisori a tubo catodico. In commercio sono numerosi i modelli di decoder classificabili tuttavia in due versioni alle quali il DGTVi (Associazione italiana per lo sviluppo e la promozione del Digitale terrestre) a cui aderiscono RAI, Mediaset, Telecom Italia Media, Dfree-Sportitalia, FRT e Aeranti-Corallo (rappresentante degli operatori televisivi nazionali e locali), ha assegnato un “bollino” per facilitare il consumatore nell’acquisto. Come è noto il primo decoder è adatto a ricevere i programmi gratuiti (bollino Grigio), il secondo riceve anche quelli a pagamento e i servizi interattivi multimediali (bollino Blu).
I televisori LCD, Plasma, LED di recente fabbricazione integrano il decoder digitale ma con diverse peculiarità sintetizzate, dal consorzio DGTVi in due versioni, indipendentemente dalla tecnologia con cui è realizzato lo schermo: la prima comprende tutti i televisori che possono ricevere programmi digitali gratuiti e a pagamento (bollino Bianco) la seconda include tutti i televisori, abilitati alla ricezione dei servizi multimediali interattivi (bollino Blu).

Verso l’Alta Definizione
Il Digitale terrestre permette l’introduzione di trasmissioni ad Alta Definizione ma è necessario sapere che non tutti i decoder e non tutti i televisori consentono la visualizzazione delle immagini HDTV. Le trasmissioni in Alta Definizione adottano il sistema di compressione Mpeg-4 (H-264), diverso da quello utilizzato nelle trasmissioni a definizione normale (SD) compatibili con il sistema Mpeg-2.
I televisori HD Ready rendono possibile la visualizzazione di immagini ad Alta Definizione, sebbene con una qualità inferiore a quella ottenuta con i televisori Full HD. Il consorzio DGTVi ha ideato altri due bollini dedicati ai Tv piatti con decoder integrato adatti ai segnali HD: il bollino Argento per quelli in grado di ricevere i programmi gratuiti e a pagamento; il bollino Oro per quelli in grado di ricevere i servizi multimediali interattivi.

Efficace campagna d’informazione
Rai Way in collaborazione con Eurosatellite e il Ministero dell’Istruzione dell’Università e della Ricerca, hanno realizzato nel 2010 una serie di incontri nelle scuole di Italia con l’obiettivo di fornire ai giovani le informazioni necessarie per aiutare i genitori, i nonni o comunque gli adulti con scarsa dimestichezza con la tecnologia, a predisporre il loro decoder. Allo scopo sono stati realizzati quattro videoclip con una tecnica di animazione essenziale ma efficace, visibili e scaricabili dal sito www.digitaleterrestre.it cliccando sulla voce Digitale Terrestre Facile. Sullo stesso link sono visibili anche i filmati di alcune tappe dell’iniziativa.

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