Protocolli, amici di cui fidarsi

Maggio 2010. La filosofia, se così la possiamo definire, che regolamenta la passione del satellite impone una conoscenza delle tecniche di base che lo muovono: può essere una conoscenza minima o approfondita, ma non è  pensabile appassionarsi agli effetti di una cosa senza conoscerne le cause.

Con questo non vogliamo certo spingere tutti gli amanti della Tv satellitare a corsi specializzati di teoria delle trasmissioni, ma solo con la conoscenza della materia di nostro interesse ci si sente veramente realizzati.

Ma anche al di fuori di considerazioni che sfiorano il “filosofico” l’aspetto puramente utilitaristico di questa conoscenza si riflette innanzi tutto nel non prendere decisioni errate nella scelta del nostro impianto e dei suoi componenti, specialmente quando scelte errate si ripercuotono pesantemente sul nostro portafoglio.
Quindi, a conti fatti, sia il super esperto sia il semplice amatore tendono ad approfondire la conoscenza dell’argomento per motivazioni magari diverse: il primo affamato di conoscenza, il secondo per non prendere “fregature”.

In questa situazione noi di Eurosat cerchiamo sempre di rimanere in una posizione tale da accontentare entrambe le esigenze, spiegando dal punto di vista tecnico le soluzioni migliori da adottare affinché il lettore possa ragionevolmente decidere di testa propria, anche da semplice hobbista.

Se ripassiamo la mappa delle parabole della nostra città, quelle che distrattamente notiamo quando siamo nel traffico, la cosa che più attira la nostra attenzione è che la loro disposizione non è sempre delle più logiche: parabole sui balconi, sui tetti, sui muri.
Neppure noi, super appassionati del mondo del satellite, possiamo negare che la parabola non sia una delle cose che ci si ferma a guardare con ammirazione.
Passi quando installata in giardino o sui tetti fuori dalla vista dei passanti, ma in tutti gli altri casi senza dubbio non fornisce un buon apporto estetico, superata in bruttezza solo dalle antenne ramificate terrestri e dai condizionatori d’aria sui balconi.

Se a queste doti negative aggiungiamo poi un abuso nei criteri di installazione –  inteso come presenza di parabole in posti assurdi – ecco che la frittata è fatta: parecchie amministrazioni comunali sono corse ai ripari vietando la diffusione delle parabole con norme così pesanti da rischiare a volte di minare la liberta d’informazione, a favore dell’impatto estetico.
Ma allora cosa può fare un semplice cittadino interessato all’installazione di un impianto satellitare?

Logiche scriteriate
Un’installazione che ho potuto osservare di persona è la seguente: in una casa con tre alloggi occupati da componenti della stessa famiglia, quindi senza vincoli particolari circa l’installazione, un solerte antennista è riuscito a sistemare tre parabole, due mono-feed e una dual-feed: l’unico modo a detta del tecnico per rendere la visione indipendente nei singoli appartamenti.

Anni d’innovazioni tecnologiche spazzate via in un attimo, anni di studi teorici sfociati in soluzioni tecniche facilmente applicabili al grosso pubblico buttati al vento.
Questo il risultato di un’assoluta mancanza di cognizioni, sempre se vogliamo scartare a priori l’ipotesi della malafede e della truffa.

Un caso sul quale possiamo anche ridere ma che potrebbe capitare a chiunque non sappia che il rapporto parabole nuclei familiari non è sempre direttamente proporzionale, e sia allo scuro dell’esistenza di centraline di distribuzione su misura per piccole case come per grandi condomini.

DiSEqC, semplifichiamo l’impianto
Con il passare degli anni i canali ricevibili con un impianto alla portata del grosso pubblico sono cresciuti in maniera vertiginosa: dal semplice impianto formato da una parabola e un LNB grazie all’aumento dei satelliti ricevibili con una spesa contenuta, siamo ora in presenza di impianti più articolati e complessi.

Grazie a questi cambiamenti radicali sono evoluti anche le esigenze dell’utente medio: perché accontentarsi di un solo satellite quando è possibile riceverne perlomeno due con una spesa di poco maggiore, utilizzando 2 LNB? E perché non installare un’antenna toroidale, che permette la ricezione di circa 16 satelliti? Ed ancora, perché non installare una bella motorizzata? Tutte queste possibilità sono attuabili facilmente proprio grazie al protocollo DiSEqC (Digital Satellite Equipment Control), un protocollo di comunicazione, tramite cavo coassiale, tra un ricevitore satellitare e un apparato come uno switch o un rotore di piccole dimensioni.

Immaginiamo un semplice impianto dual-feed, formato da due LNB, ognuno puntato su un satellite: avremo due cavi che arrivano al nostro ricevitore che, tranne che per i modelli dual-tuner, presenta una sola entrata per l’LNB.
Affidare a un componente della famiglia il compito di inserire l’uno o l’altro cavo a seconda del satellite voluto non è una soluzione accettabile e se abbiamo più LNB su più parabole la situazione si fa complicata: n LNB equivarrebbero a n cavi di discesa verso casa, di sicuro più di quanto le nostre anguste canaline e un tecnico poco esperto possano sopportare.

La soluzione sono gli switch DiSEqC, veri e propri “robottini” che sfilano e infilano cavi nel ricevitore: questi switch, posizionati nel sottotetto o comunque vicini alla parabola, accettano in entrata nel caso più semplice almeno due cavi, dei quali soltanto uno verso il ricevitore in cui verrà inserito.

Proprio grazie alle impostazioni del ricevitore sarà quindi possibile pilotare lo switch in modo da utilizzare l’LNB necessario alla visione del programma selezionato. Come già accennato esistono varie versioni di commutatori DiSEqC: quelle oggi utilizzate sono relative alla versione 1.x, con colloquio monodirezionale dal ricevitore verso lo switch, mentre i protocolli della versione 2.x, bidiriezionale, non hanno attualmente alcuna funzione di nostro interesse.

Rotore STAB per antenne di piccole dimensioni, massimo 120” di diametro:
il rotore supporta il protocollo DiSEqC 1.2
ed è particolarmente indicato per l’utilizzo con il sistema di calcolo USALS,
della stessa STAB.

Differenti metodi di calcolo
La bidirezionalità è un aspetto indubbiamente molto importante, soprattutto in presenza di impianti motorizzati: oggi ogni ricevitore utilizza un proprio metodo per il calcolo dei secondi per lo spostamento da un satellite all’altro, tempo solamente stimato.
Nel caso di DiSEqC 2.x sarebbe il rotore stesso a comunicare al ricevitore quando ha raggiunto il satellite stabilito, così come potrebbe rilevare eventuali errori di posizionamento.

Il numero di satellite gestibile da uno switch dipende dal numero di segnali che questo è in grado di gestire e dal numero di segnali necessari per far funzionare un LNB. Naturalmente ci riferiamo sempre a LNB di tipo universale per il cui funzionamento sono necessari alcuni fondamentali comandi, indicati in questa tabella.

Un segnale satellitare è caratterizzato da una polarità verticale od orizzontale, e da una banda, bassa o alta: dalla combinazione di questi elementi, come riportato nella tabella sopra, troviamo i quattro comandi indispensabili.
Se aggiungiamo a questi un ulteriore comando da combinare con quelli indispensabili potremo gestire quindi 2 LNB ((2^3)/4)  come facilmente verificabile da questa tabella.

Formule in crescita
In questo modo abbiamo realizzato il mini-sistema DiSEqC, capace di commutare solamente 2 LNB. Aggiungendo un altro comando si ottiene il DiSEqC 1.0, capace di gestire 4 LNB (2^4)/4=4, ed ancora il DiSEqC 1.1 in grado di pilotare 64 LNB grazie a 8 comandi. Infatti, applicando la stessa formula, si ottiene (2^8)/4=64.

In questa evoluzione manca il sistema DiSEqC 1.3 nonostante alcuni produttori lo segnalino: questo in effetti corrisponde al protocollo USALS (vedi box a parte), brevettato da STAB Italia e integrato nei ricevitori compatibili.
Un errore di terminologia talvolta voluto perché permette a certi costruttori di non esporre il marchio di certificazione concesso gratuitamente da STAB, previo verifica del ricevitore presso i propri laboratori.

Dalla teoria alla pratica
Naturalmente queste nozioni, per servire, devono prospettare anche un’applicazione pratica al di fuori della sola conoscenza dell’argomento e tale da soddisfare qualche appassionato più evoluto.
E per contemplare tutte le possibili installazioni dobbiamo parlare in modo più approfondito dell’LNB (vedi box dedicato), vero e proprio cuore dell’impianto satellitare.
Un LNB non all’altezza può compromettere in modo pesante il buon funzionamento del nostro impianto e considerato il loro prezzo ormai alla portata di tutte le tasche, davvero non è il caso di rischiare.

Come sappiamo l’LNB è delegato ad inviare i segnali, opportunamente convertiti, verso il ricevitore ed anche in questo caso lo sviluppo tecnologico ha compiuto passi da gigante sia per quanto riguarda la figura di rumore, parametro che indica la bontà dell’LNB stesso sia per quanto riguarda la flessibilità degli stessi.

Nello stesso contenitore che integra la circuiteria di un LNB ora trovano posto 2, 4 e anche 8 LNB: soluzioni che dovrebbero dare all’antennista una maggiore libertà d’azione e scelte quasi illimitate nella progettazione dell’impianto.
Grazie agli switch  DiSEqC che permettono di collegare più LNB ad un unico ricevitore e grazie agli LNB multipli che, al contrario, permettono di utilizzare una sola antenna e un solo LNB per più ricevitori è semplice realizzare qualunque tipo d’impianto, dal più elementare al più complesso.

Tornando all’impianto da barzelletta accennato in apertura, sarebbe bastata una semplice parabola con supporto dual-feed, un LNB puntato su Astra e un multi LNB su orientato su Hot Bird: minore spesa, minori problemi, impatto estetico decisamente meno pesante.

Esperti con riserve
«Lo specialista è colui che sa sempre di più su sempre di meno, fino a sapere tutto di niente» scriveva il grande George Bernard Shaw.
Evitiamo quindi, specie alla luce delle nostre conoscenze, di affidarci a specialisti del mono-feed, installatori improvvisati che, senza neppure l’aiuto del misuratore di campo, tirano a campare sulle spalle di ignari utenti.

Ci sono installatori qualificati, con esperienze decennali e conoscenze avanzate ai vostri ordini, non lasciamo che sia il solo aspetto economico (comunque importante specie in tempi di crisi) a pilotare le nostre scelte. Si rischia davvero di ritrovarsi insoddisfatti del lavoro e, ben più grave, con un impianto assolutamente inadeguato alle nostre esigenze e dal cattivo funzionamento.

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