Quanti satelliti? Fino a 4 si può fare

Maggio 2009. Partendo da un piccolo impianto centralizzato Sat già esistente, adatto a distribuire i segnali in 1ªIF forniti dall’LNB, si possono adottare sostanzialmente due possibili soluzioni impiantistiche differenti tra loro per il numero di cavi da utilizzare nella linea di discesa.

Possiamo così ottenere configurazioni ibride oppure complete.
Nel primo caso si sfruttano i cavi presenti riorganizzando i segnali da distribuire, nel secondo caso si aggiungono i cavi necessari per ripartire i segnali ricevuti da un secondo satellite (4 cavi in più, 8 totali) per arrivare fino a 4 satelliti (12 cavi in più, 16 totali).

La scelta di una o dell’altra soluzione dipende dalle tubazioni di linea incassate. La distribuzione ibrida nasce infatti dall’impossibilità di poter aggiungere i cavi necessari. In questo caso si tende a distribuire una selezione di canali provenienti da più di due satelliti utilizzando meno cavi di quelli effettivamente necessari, consci del numero massimo di transponder veicolabili per ogni cavo (circa 30).

Analisi dell’impianto base
L’impianto di partenza che già porta tutti i segnali provenienti da un satellite può presentare due configurazioni tipiche, più una terza meno frequente.

La prima, rappresentata in figura 1, si riferisce ad uno schema di distribuzione radiale con un centralino multiswitch. Nell’esempio si utilizza un LNB a quattro uscite (con bande e polarizzazioni separate) ed un multiswitch a cinque ingressi, quattro per i segnali Tv satellite ed uno per quelli Tv terrestre.
Ogni utente collegato avrà un cavo indipendente che raggiunge direttamente il centralino. Ad ogni presa d’utente, giungono sia i segnali Tv satellite che quelli Tv terrestri.

Figura 1. Schema radiale. La soluzione più semplice per portare tutti i segnali ricevuti da un satellite a più utenti: ogni presa Sat è provvista di un cavo indipendente collegato direttamente al centralino.

La seconda soluzione è rappresentata in figura 2, nella quale ci sono più multiswitch collocati ai piani e collegati in cascata lungo la linea di discesa. Si tratta di uno schema classico che si può adottare in tutti quegli edifici dove siano presenti sufficienti tubazioni per far passare i cinque cavi della linea di discesa.

I collegamenti d’utente sono monacavo, di conseguenza per adeguare un impianto esistente non va modificato lo schema di distribuzione negli appartamenti. Un impianto di tale genere solitamente offre una discreta economicità con funzionalità garantita da 4 fino a circa 100 prese d’utente.

Figura 2. Esempio di impianto multicavo in cascata. Si tratta di uno schema classico con una linea di discesa a 5 cavi dove il quinto cavo è adibito ai segnali terrestri.

È ipotizzabile anche una terza soluzione, illustrata nella figura 3, in cui la linea di discesa è totalmente passiva con un derivatore ad ogni piano e un multiswitch d’utente collocato presso l’unità abitativa. Questa configurazione permette di avere presso ogni utente il numero di prese desiderato (anche elevato), senza interferire con il resto dell’impianto.

Figura 3. Schema di un impianto multicavo in derivazione. Si tratta di una configurazione efficace per rendere disponibili molte prese per ogni utente.

Ampliamento dell’impianto esistente
La prima possibilità evolutiva da prevedere è di permettere a tutti i decoder Sat collegati all’impianto di ricevere i segnali provenienti da un secondo satellite. Il primo esempio riguarda l’evoluzione possibile del sistema di figura 1 trasformato come appare nella figura 4.

Ciò che serve è un LNB in più da montare sulla stessa antenna aggiungendo un apposito supporto dual feed o, in alternativa, una seconda parabola completa di LNB. Il centralino a multiswitch sarà del tipo con 9 ingressi di cui otto per il satellite e uno per la Tv terrestre.

Il multiswitch può disporre, secondo i modelli, di quattro o più uscite in funzione del numero di utenti da servire. In ogni alloggio, e quindi per lo stesso utente, possono esserci anche più cavi per collegare più prese e quindi più decoder satellitari.

Figura 4. Evoluzione dello schema radiale di figura 1 con cui possiamo aggiungere la ricezione di un secondo satellite.
Gli utenti sono collegati con un solo cavo, mentre in testa
si utilizzano 4 cavi in più per il secondo satellite.

La possibilità di adattare gli schemi in cascata (figura 2) e in derivazione (figura 3) è invece più complesso perché implica l’aggiunta di altri quattro cavi nella linea di discesa. Una possibile alternativa è rappresentata da una selezione di transponder da due satelliti applicati ai cavi disponibili nella linea di discesa come illustrato nelle figure 5 e 6.

Figura 5. Possibile evoluzione dello schema di figura 2, con multiswitch in cascata, lasciando invariata la rete di distribuzione. Vengono riorganizzati i transponder all’entrata del centralino mediante l’impiego di filtri ed eventuali convertitori di frequenza IF.

Figura 6. Modifica evolutiva all’impianto di figura 3. Si possono scegliere e riorganizzare i transponder provenienti dagli altri satelliti impiegando eventuali convertitori
e filtri IF.

Ricezione da più di due satelliti
L’arricchimento dell’offerta di canali satellitari e la nascita di nuovi servizi multimediali che trasmettono da posizioni orbitali diverse da quelle in cui sono ricevibili i programmi Tv più conosciuti rende necessaria un’ulteriore evoluzione degli impianti.

I nuovi servizi solitamente utilizzano pochi transponder facilmente aggiungibili a qualunque impianto esistente. Si tratta di utilizzare un doppio filtro o un convertitore di frequenza al fine di fare posto, tra i canali distribuiti, a una o due nuove emittenti.

La tecnica utilizzata è quella già vista nelle figure 5 e 6, dove una specifica apparecchiatura elimina alcuni canali meno importanti di un satellite per lasciare spazio alle nuove frequenze. Con la stessa tecnica possiamo fare spazio ad eventuali nuovi canali televisivi provenienti da altri satelliti.

Negli edifici dove le tubazioni di discesa esistenti lo permettono, possiamo invece allestire un impianto in cascata a 17 cavi di cui 16 sono quelli relativi a ben quattro satelliti (quattro cavi per ogni satellite) e l’ultimo è preposto a distribuire i segnali Tv terrestri. Nella figura 7 possiamo osservare lo schema.

Figura 7. Esempio di un impianto in
cascata in grado di offrire tutti i programmi Sat trasmessi da quattro
satelliti. Sono necessari 16 cavi Sat e 1 Tv per ottenere alle prese di
utente anche i segnali Tv terrestri.

Come abbiamo visto è sempre possibile adattare un impianto Sat esistente, anche se a volte sono necessari alcuni compromessi.

Là dove sono presenti tubazioni capienti possiamo adottate nuove configurazioni più “performanti”: diversamente sono necessari stratagemmi che, seppur non portano a risultati ottimali, possono sopperire alle esigenze più comuni degli appassionati di ricezione satellitare.

È però importante, in questi casi, rivolgersi ad un installatore specializzato che di volta in volta saprà adottare le soluzioni migliori per l’edificio, in linea con le esigenze dei suoi abitanti.

LASCIA UN COMMENTO

Inserisci il tuo commento
Inserisci il tuo nome