Sai già tutto? Un ripasso non guasta

Agosto 2009. Chiariamoci le idee partendo dalle antenne. Per ricevere i segnali della televisione digitale terrestre si ha bisogno di un’antenna del tutto “simile” a quelle già utilizzate per la ricezione dei attuali segnali Tv analogici. Simile, ma non uguale.

Le attuali antenne Tv sono infatti realizzate con una maggiore cura nella fabbricazione del “traslatore”, noto anche come “balun”, ossia quel dispositivo fissato sul dipolo dell’antenna al quale viene collegato il cavo coassiale (figura 1).

Figura 1. Particolari relativi al connettore di antenne per la ricezione di segnali digitali.

I traslatori delle antenne digital ready sono realizzati per offrire un perfetto adattamento di impedenza e una buona schermatura nella connessione con il cavo coassiale, caratteristiche queste soddisfatte con l’impiego del connettore di tipo F a vite.

In commercio troviamo due categorie di antenne riceventi, da un lato quelle accordate su un singolo canale o su un gruppo di più canali chiamate comunemente “antenne di canale” o di “gruppo di canali”, dall’altro lato quelle che ricevono tutti i canali trasmessi all’interno di un’intera banda, VHF o UHF, chiamate comunemente “antenne a larga banda”. Le antenne riceventi possono essere più o meno direttive e quindi offrire un maggiore o minore guadagno.

La scelta tra le diverse combinazioni di banda, direttività e guadagno viene fatta in base alla qualità, direzione e intensità dei segnali ricevuti. Ad esempio, se un segnale DTT proviene da una direzione diversa da quella dei segnali analogici e la sua intensità è scarsa, bisognerà ricorrere ad una antenna più direttiva.

Quando è necessario impiegare più antenne orientate verso direzioni diverse può essere consigliabile il ricorso ad appositi filtri “passa canale” da un lato e filtri “soppressori di canali” dall’altro lato, motivo per il quale è opportuno che le antenne, la loro configurazione e i filtri vengano scelti e montati da installatori professionisti che ben sanno come ottenere i migliori risultati.

Modelli d’impianto
Possiamo distinguere due tipologie d’impianto Tv: individuale e collettivo.
Si considera impianto individuale quella configurazione in cui l’antenna ricevente fornisce i segnali Tv a uno o più televisori collocati nella stessa unità abitativa.

Nell’impianto collettivo, invece, una o più antenne sono collegate ad un centralino Tv dal quale parte la rete di distribuzione che, con diverse possibili configurazioni e ramificazioni, alimenta le prese Tv collocate in diverse unità abitative.

L’impianto individuale, pur essendo la soluzione tipica per piccoli edifici monofamiliari, è diffuso anche nei vecchi edifici condominiali dove non è mai stato installato un sistema centralizzato.

L’impianto collettivo è oggi presente nella maggioranza dei condomini e può avere anche grandi estensioni, al punto da riunire più edifici o interi quartieri.

Individuale per la DTT
Questo impianto (figura 2) è normalmente composto da una o più antenne (secondo le bande o direzioni di provenienza dei segnali), da un amplificatore (se i televisori collegati sono più di uno o se il segnale in arrivo ha un livello basso), dai cavi coassiali di collegamento e dalle prese Tv.

Figura 2. Impianto individuale:
A) per un solo televisore,
B) per due o più televisori

Va utilizzato l’amplificatore quando l’intensità del segnale disponibile in antenna non è tale da sopportare le perdite di distribuzione introdotte dal cavo coassiale e dagli eventuali divisori o ripartitori di segnale. In alcuni casi l’amplificatore oltre a compensare le perdite di distribuzione può amplificare anche il segnale in arrivo se fosse scarso.

Ci sono casi in cui l’impiego dell’amplificatore è deleterio perché oltre a non introdurre effettivi miglioramenti di qualità causa disturbi e interferenze su uno o più canali.
La regola generale dettata, dall’esperienza diretta sul campo è: meglio avere una buona antenna che un buon amplificatore. In altre parole, è più opportuno cercare di ottenere un segnale in antenna quanto più elevato possibile piuttosto che usare semplicisticamente amplificatori con un elevato grado di amplificazione (guadagno).

Un esempio: se si utilizza un’antenna a larga banda con 9 elementi con cui si ottiene un segnale pari a 45 dBµV (abbastanza scarso) meglio sarebbe non usare un amplificatore per aumentare tale livello, ma piuttosto sostituire l’antenna con un modello dotato di più elementi affinché il maggior guadagno disponibile in antenna permetta di ottenere un segnale più elevato (almeno 5/6 dB più alto) (figura 3).

Figura 3. Se il segnale ricevuto è scarso è meglio utilizzare un’antenna con maggior guadagno piuttosto che un amplificatore.

Collettivo per la DTT
L’impianto collettivo è per sua natura più complesso, perché deve poter fornire segnali di buona qualità con dislivelli accettabili a tutte le prese Tv dell’edificio.
Le norme tecniche specificano quali sono i livelli dei segnali che ogni presa Tv dell’impianto deve fornire, compresi tra 45 e 74 dBµV per segnali DTT e 47 e 77 dBµV per segnali analogici PAL.

Nell’impianto collettivo si utilizzano antenne con elevato guadagno, centralini di amplificazione (a larga banda o modulari) con una potenza dimensionata in base all’entità delle perdite da recuperare introdotte dalla rete di distribuzione, cavi coassiali a bassa perdita, divisori e ripartitori di segnale a bassa attenuazione di passaggio ed elevata separazione (o isolamento tra le prese di utente e la linea di distribuzione).

L’impianto collettivo più diffuso utilizza un centralino a larga banda che amplifica contemporaneamente tutti i segnali Tv ricevuti nelle bande VHF e UHF. Questi amplificatori con i segnali digitali si trovano a dover amplificare canali che, avendo una natura molto diversa dagli analogici, richiedono una risposta in frequenza lineare, in modo da non introdurre degrado su una quantità eccessiva di sottoportanti al punto da causare il blocco dei decoder digitali.

Un problema che in alcuni casi può mettere in crisi un impianto a larga banda è quello in cui i canali digitali ricevuti in antenna (anch’essa a larga banda) siano più bassi come intensità rispetto a quelli analogici.

Se la differenza tra i due segnali supera i 10 dB non si ha nessuna possibilità di aumentare il livello del canale digitale, in quanto i centralini a larga banda sono dotati di controllo di livello che opera con la stessa entità su tutti i canali distribuiti. Una possibile soluzione consiste nell’installare alcuni convertitori di canale per controllare il livello dei segnali digitali senza interferire con i segnali analogici (figura 4a).

Se, invece, lo stesso segnale digitale viene trattato da un centralino modulare di estrazione analogica – dove sono presenti canali analogici adiacenti – il singolo modulo o filtro di singolo canale non è in grado di aumentare il livello perché, aumentando il guadagno di una entità così grande (più di 10 dB rispetto ai canali adiacenti), sarebbero influenzati anche i canali adiacenti con possibili conseguenze ulteriormente degradanti per la ricezione e la decodifica dei segnali digitali (distorsione o intermodulazione).

Per contro, se il segnale digitale è troppo elevato in ricezione, con questi moduli il controllo di guadagno sarebbe meno problematico, perché lo si potrebbe abbassare della giusta entità.
Come soluzione generale ai casi più disperati consigliamo l’impiego di convertitori di canale (figura 4b) allo scopo di spostare il canale digitale in una porzione di banda priva di canali analogici adiacenti.

Se si usa un convertitore a doppia conversione (processore di canale), soluzione più costosa ma in alcuni casi indispensabile, possiamo invece lasciare il canale sulla stessa frequenza potendo intervenire solo sul livello del segnale rigenerato e non su quello ricevuto, ottenendo così la completa indipendenza dai canali adiacenti.

Negli alberghi e in tutti gli edifici dove i programmi Tv digitali terrestri sono distribuiti sui normali canali Tv PAL possiamo anche adottare una configurazione che includa moduli di transmodulazione COFDM-PAL (figura 4c).

Figura 4. Configurazioni possibili di un centralino per segnali Tv digitali:
A) a larga banda,
B) modulare,
C) a transmodulazione

Modalità di connessione
I segnali Tv analogici e digitali diretti a tutte le prese dell’impianto devono poter raggiungere anche i diversi sistemi di ricezione, decoder DTT e televisore analogico Pal.

I decoder DTT, per facilitare questi collegamenti, presentano l’ingresso d’antenna passante, ossia due connettori di entrata e uscita. Quello di entrata va collegato al segnale in arrivo (antenna o presa Tv), quello di uscita al televisore analogico.

È anche possibile il passaggio in un classico videoregistratore analogico o DVD recorder. Oltre al collegamento RF è anche disponibile una connessione video e audio tramite prese Scart. Nelle figure 5a, b, c, d sono illustrate le principali modalità di collegamento eseguibili sia tramite cavi RF sia tramite cavi Scart.

Figura 5. Collegamento del decoder DTT tramite Scart
ad un impianto domestico dove sia già presente il decoder per la Tv satellite:
A) collegamento di un televisore provvisto
di una sola presa Scart;
B) collegamento di un videoregistratore provvisto
di una sola presa Scart;
C) collegamento di televisori e videoregistratori dotati
di una sola presa Scart;
D) collegamento di televisori e videoregistratori dotati
di due prese Scart

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