Surround senza diffusori posteriori

Novembre 2008. … Da allora l’idea di una “barra audio surround”, facile da installare sopra o sotto il televisore e capace di creare un suono di buona qualità, ha riscosso sempre più successo, tanto che la stessa Yamaha ha sviluppato una gamma completa di barre audio, ispirando anche altre aziende a cercare il proprio spazio in questo nuovo mercato.

Una barra audio può essere un oggetto molto avanzato, oppure estremamente semplice.
Yamaha, per esempio, ha messo in campo una tecnologia sofisticata, non certo alla portata di una piccola azienda.
La tecnologia del costruttore orientale è basata su una miriade d’altoparlanti, ognuno dei quali dotato di un amplificatore e controllato da un vero e proprio computer (nello schema, il funzionamento della barra surround Yamaha YSP-4000).

Giocando sulla fase di ciascun trasduttore, Yamaha è riuscita a ricreare sorgenti audio virtuali e, sfruttando la riflessione delle onde sonore sui muri della stanza, simulare i 6 canali dell’audio surround. Un simile risultato è possibile grazie al sistema di calibrazione automatica, senza il quale le regolazioni della barra audio sarebbero troppo complesse da gestire.

All’estremo opposto troviamo barre audio basate su sistemi acustici molto semplici, formati da pochi trasduttori che circondano un altoparlante centrale, con un software che cerca di dare l’illusione dell’audio surround. La tecnologia in questione è molto inferiore, quindi da un simile sistema è lecito attendersi un surround di buona qualità, ma non certo l’efficacia del sistema Yamaha.

Subwoofer, “presenza” necessaria
Le barre audio sono sistemi molto compatti, quindi non ideali per riprodurre fedelmente i bassi. Nei sistemi Home Cinema questo compito è affidato ad un subwoofer separato. Sulle barre audio invece, è spesso presente un’uscita alla quale collegare un subwoofer amplificato, indispensabile per ottenere un’ottima resa Home Cinema.

L’aggiunta del subwoofer non è d’obbligo, ma in questo caso la parte audio dei film perde molto in termini di profondità.
La scelta va quindi fatta in base ai propri gusti, al realismo e alla fedeltà che si desidera raggiungere e, naturalmente, in base anche alle caratteristiche della barra surround in questione.
Per esempio, la Logic3, molto grande e con due sostanziosi woofer da 13 cm, riesce a dare grandi soddisfazioni anche senza subwoofer. Nel caso, invece, della Yamaha YSP-4000, viste le ottime prestazioni di cui è capace, sarebbe un peccato non aumentarne le potenzialità privandola di un subwoofer.

Tutti i moderni sistemi Home Cinema riescono a gestire sia la parte audio sia quella video, grazie anche alla sempre maggiore diffusione della connessione HDMI, in grado di trattare entrambi i segnali. Solo le barre audio di fascia alta, però, gestiscono anche la parte video, e sono dotate di una connessione HDMI per collegare il televisore.

Gli altri modelli, invece, si fanno carico solo della parte sonora. Non è certo un problema, ma si perde qualcosa in termini di facilità d’uso, perché bisogna collegare la propria sorgente sia alla barra surround, che diffonderà la parte audio, sia al televisore, che invece diffonderà la parte video. Prima di acquistare una barra surround è bene tenere conto anche di quest’aspetto, non di secondaria importanza.

Accettabile compromesso
La presentazione della prima barra surround, la Yamaha YSP-1, suscitò immediatamente molti interrogativi, il primo dei quali riguardava la capacità di un simile sistema di generare un “vero” effetto surround, paragonabile a quello di un tradizionale sistema 5.1.
La risposta a questa domanda è negativa.

Nessun sistema, per quanto costoso e avanzato, è in grado di localizzare una sorgente sonora alle nostre spalle, se mancano altoparlanti posteriori.
A onor del vero, è tecnicamente possibile simulare l’effetto surround, ma solo in condizioni ideali, difficilissime da riprodurre fuori dal laboratorio.

Le barre audio possono, al massimo, offrire un’immagine sonora piacevole, sicuramente più ampia di quella creata da un comune impianto stereo e sono quindi un compromesso tra resa audio, semplicità d’installazione e ridotto ingombro. Un compromesso che può soddisfare molti amatori, ma non certo gli audiofili più esigenti.

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