10 esploratori pronti a tutto

Febbraio 2008. I Common Interface rappresentano ormai un “classico intramontabile” della Tv satellitare per via della piattaforma comune compatibile con i più svariati sistemi di codifica utilizzati dalle pay-tv per criptare i programmi.
Si tratta di apparecchi compatibili con qualsiasi impianto d’antenna, fisso o motorizzato, nonché dotati di un’ampia gamma di funzioni per spaziare a 360° sull’offerta televisiva satellitare, senza i limiti dei decoder “personalizzati” offerti dalle pay-tv come la nostra SKY.

Questa categoria di apparecchi può quindi essere il fulcro di un nuovo sistema di ricezione, oppure affiancarsi ad un decoder già esistente (come lo Skybox) per incrementare il numero dei canali ricevibili, anche di quelli a pagamento di cui sono disponibili i relativi moduli CAM Common Interface.

Ogni decoder può vantare funzioni, caratteristiche e dotazioni differenti, rendendosi così idoneo per un determinato tipo di impianto o esigenza da parte del telespettatore. Ecco il motivo della guida illustrata nelle pagine a seguire, completa di tutte le caratteristiche e funzionalità di dieci diversi modelli, ma accomunati da alcuni requisiti fondamentali come facilità d’uso, configurazione, rapporto qualità/prezzo e affidabilità.

Largo alle pay-tv
La maggior parte dei modelli in vetrina presenta due slot per altrettanti moduli CAM Common Interface: ciò significa poter rendere compatibile il decoder con due sistemi di codifica (es. Seca e Viaccess oppure Conax e Irdeto) per la visione di altrettanti bouquet o canali pay-tv. Alcuni modelli offrono anche una CAM interna preprogrammata con un sistema di codifica “fisso” (es. Conax per il Technisat MF4-S) oppure programmabile tramite PC con gli applicativi disponibili su Internet.
In quest’ultimo caso si tratta di CAM multisistema con il grande vantaggio di gestire molteplici sistemi d’accesso condizionato (Irdeto, Conax, Cryptoworks, Seca, Viaccess, ecc. anche contemporaneamente) ma a rischio di denunce per pirateria in quanto, come abbiamo già spiegato altre volte, la programmazione di un modulo CAM con un sistema di cui non si hanno i diritti di utilizzo è considerato a tutti gli effetti un reato di pirateria informatica. Massima cautela, quindi.

Convergenza multimediale
I modelli di ultima generazione sono sempre più orientati verso la multimedialità, che per un decoder significa la possibilità di interfacciarsi a periferiche di memorizzazione (come gli hard disk e le pen disk USB) per la riproduzione di foto digitali e brani musicali MP3 attraverso il Tv o l’impianto audio Hi-Fi oppure Home Theater. In questa guida abbiamo inserito anche un modello “PVR Ready”, cioè predisposto alla registrazione dei programmi televisivi attraverso un hard disk interno (opzionale e installabile direttamente senza alcuna difficoltà).
La porta USB presente in alcuni modelli può anche affiancare la tradizionale RS-232 (seriale) per l’aggiornamento del firmware oppure può essere utilizzata per trasferire le videoregistrazioni ad un PC (nei PVR).

Adattabili a qualsiasi impianto
Una delle peculiarità dei decoder Common è quella di poter gestire qualsiasi tipo di antenna parabolica: single-feed (un solo LNB per la ricezione dei canali irradiati da un satellite/polo orbitale), dual-feed (doppio LNB per due satelliti), multi-feed (diversi LNB) o motorizzata.
Quest’ultima è dotata di rotore che permette lo spostamento est-ovest e quindi la copertura di un gran numero di satelliti (anche fino a 30-40). Per fare questo i decoder sono dotati di un sistema a toni denominato “DiSEqC 1.2” grazie al quale possono impartire al motore i necessari comandi attraverso il cavo coassiale che porta il segnale dall’LNB al decoder.

Lo spostamento della parabola avviene automaticamente a seconda del canale sintonizzato mentre per la programmazione è necessario impostare tramite il menu OSD la posizione di ogni singolo satellite oppure, grazie alla funzione USALS (DiSEqC 1.3), solamente i dati di latitudine e longitudine del luogo di installazione dell’impianto satellitare.
In questo caso sarà, infatti, il decoder stesso a calcolare in modo automatico le posizioni di puntamento di tutti i satelliti attraverso un sofisticato sistema di calcolo.
I motori compatibili con il protocollo DiSEqC 1.2 possono essere installati su impianti esistenti oppure nuovi, si adattano a qualsiasi dimensione e tipo di antenna (piena e microforata da 80 cm a oltre 2 metri di diametro), occupano pochissimo spazio mimetizzandosi perfettamente nell’ambiente e, non ultimo, hanno costi molto contenuti.

Sintonia flessibile e personalizzabile
Altro grande vantaggio dei set-top-box Common Interface rispetto a decoder “dedicati” come lo Skybox risiede nell’estrema libertà di sintonizzazione e gestione dei canali Tv e radio ricevibili con il proprio impianto d’antenna.
In fase di ricerca è possibile discriminare i canali a pagamento da quelli gratuiti (utile se non si dispone di alcuna CAM e abbonamento e non si desidera riempire inutilmente la memoria del decoder), effettuare ricerche mirate su un determinato transponder oppure la sintonizzazione di un singolo canale, estendere la procedura di scansione a tutti i transponder collegati (network – come ad esempio quello di un bouquet che utilizza più frequenze su uno stesso satellite).

I canali memorizzati possono poi essere spostati, eliminati, rinominati, saltati con un semplice tocco di telecomando, inseriti in specifiche liste di preferiti contenenti i canali ai quali si accede più frequentemente oppure le emittenti divise per genere di trasmissione (cinema, sport, bambini, news, documentari, musica).
Molto spesso, inoltre, è possibile effettuare un ordinamento alfabetico, per bouquet, frequenza e satellite in modo da accedere istantaneamente al canale desiderato senza scorrere tutta la lista.
Altro elemento da non sottovalutare è la possibilità di gestire l’elenco dei canali, dei transponder e dei satelliti tramite la porta seriale RS232 o USB di un computer utilizzando gli appositi applicativi gratuiti scaricabili da Internet (es. Settings Editor).

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