Diventa anche tu Feed Hunter

Febbraio 2010. Potremmo pensare che per coltivare l’interesse della ricerca dei feed si debba partire per forza da anni di esperienza ma, in effetti, non è così.
Palese che la passione nasca solitamente con un primo utilizzo ma chiunque ci legge, magari senza un impianto a disposizione, può appassionarsi di riflesso tanto da decidere di provare a giocare con i canali di servizio, ed è proprio questa categoria di utenti che trarrà maggior giovamento nel seguirci nelle pagine che seguono.

Una passione nasce per caso e l’hobby del feed hunting non è esente da questa regola: un canale su di un satellite che non sapevamo esistere, una procedura di ricerca computerizzata che ci intriga, un ricevitore o qualsiasi altra cosa possono concorrere a farci letteralmente perdere la testa, anche se fino a pochi minuti prima non sospettavamo neppure dell’esistenza di certe pratiche.

Da qui al munirsi di tutta l’attrezzatura necessaria il passo è veramente breve  specie ora che i prezzi per un buon impianto  sono alla portata di tutte le tasche.

Innanzitutto un avvertimento importante: mai costruirsi un impianto per un proprio hobby personale e utilizzarlo anche come mezzo per vedere la televisione in famiglia. Sarebbe una pessima scelta che vincola sia chi vuole vedere in santa pace la Tv sia l’hobbista.

Partiamo dal presupposto che siamo noi ad essere un po’ pazzi nel girare un disco alla ricerca di feed e non i nostri familiari che, poverini, rischiano di vedere sparire l’immagine del programma che stanno seguendo perché all’improvviso abbiamo mosso l’antenna. Ponendo quindi la giusta attenzione a questo avvertimento, vediamo come muoverci per essere operativi in breve tempo.

Motori
Anche se può sembrare un’esagerazione, se non avete un impianto motorizzato non potete assolutamente definirvi feed hunter: nonostante i moderni sistemi multi-feed, solo un rotore d’antenna permette tutta la libertà di azione necessaria in unione ad un LNB a bassa soglia di rumore.

Logicamente, come sempre, non ci sono limiti di spesa, nel senso che da un economico rotore dal costo di poche decine di euro, abbinato ad un disco da 100 cm di diametro, ci si può spingere su motorizzazioni più estreme che portano dischi sino ad un diametro di 240 cm. E tutto questo senza considerare impianti esoterici con attuatori o trasmissioni a cinghia e antenne del diametro di 3 oppure 5 metri e oltre.

Nei link presenti sotto al titolo di questa rubrica abbiamo cercato di proporre due delle più comuni soluzioni che dovrebbero soddisfare anche i palati più esigenti: i rotori della STAB, in tre versioni per motorizzazione d’antenne sino a 120 cm di diametro, e la soluzione Actua, capace di gestire anche antenne di diametro maggiore. La scelta del sistema di motorizzazione non può non tenere conto del sistema con il quale viene gestita, ovvero il protocollo di comunicazione.

Protocolli e antenne
Il massiccio utilizzo di sistemi motorizzati ha reso obsoleto i posizionatori di antenna, i gloriosi dispositivi incaricati di muovere l’antenna in una determinata posizione preventivamente memorizzata oppure pilotata passo-passo dall’utente.

Il sistema con cui si memorizzavano le varie posizioni satellitari è equivalente a quello oggi utilizzato con il Diseqc 1.2. In pratica si muove l’antenna verso un determinato satellite utilizzando un misuratore di campo o un ricevitore per verificare la correttezza del puntamento: a questo punto si assegna una posizione di memoria al satellite trovato e si procede verso il successivo.

Una volta memorizzati i satelliti ricevibili, con i vecchi posizionatori era necessario puntare l’antenna e poi sintonizzare il canale sul proprio ricevitore; con i protocolli moderni è invece il ricevitore che mantiene l’associazione tra posizione assegnata e satellite, provvedendo al comando di spostamento del disco e alla successiva sintonizzazione del canale scelto.

Tutto questo procedimento non può prescindere da un lavoro di installazione della parabola e del rotore effettuata a regola d’arte: sfogliando i passati numeri di Eurosat troverete molti utili approfondimenti a riguardo, relativi ai modelli di rotore citati.

A riguardo va segnalato, perché innovativo e molto utilizzato, il sistema di calcolo USALS, sviluppato dai laboratori STAB, che permette, appoggiandosi sul protocollo DiSEqC 1.2, di saltare la fase di memorizzazione dei satelliti. Sarà infatti il ricevitore, una volta inserire le proprie coordinate geografiche e posizionato il satellite di riferimento, a calcolare l’esatta posizione degli altri satelliti e a gestire gli spostamenti dell’antenna, con una precisione direttamente proporzionale a quella con la quale il sistema è stato installato.

Ricevitore
Un feed hunter si diverte proprio nella ricerca di canali, quindi la scelta del ricevitore sarà dettata da alcuni parametri importanti dei quali non si tiene conto in altre situazioni.
Se, come consigliato, il ricevitore servirà solo per il nostro divertimento legato alla ricerca allora, per esempio, potrebbe non essere importante che sia PVR-ready, a meno che non si vogliano registrare i feeds che troveremo, e potremmo sorvolare anche su altri fattori quali l’estetica o la presenza di slot CI o lettori di card.

Insomma quello che davvero è importante per il nostro scopo è la qualità del tuner e il fatto che possa eseguire la ricerca Blind Scan via hardware. Ed è utile, ancora una volta, specificare cosa s’intende con questo particolare metodo di sintonia delle emittenti.

Per Blind Scan ci riferiamo alla capacità del decoder di eseguire una ricerca di transponder – ed eventualmente dei canali ad esso correlati – semplicemente partendo dai dati relativi a frequenza e polarità senza alcuna necessità di inserire i dati relativi a FEC e, ben più importante, Symbol Rate.

È evidente l’importanza di questa funzione nella ricerca di canali di servizio che, per definizione, non vengono mai trasmessi utilizzando gli stessi parametri.
Di seguito illustriamo nei dettagli due ricevitori di esempio, il primo di fascia alta, l’altro più economico ma che svolge egregiamente il lavoro richiesto, proprio per evidenziare come i criteri di scelta per praticare il feed hunting siano diversi da quelli utilizzati per l’acquisto di un ricevitore per un utilizzo normale.

Inizia l’avventura
A questo punto non ci rimane che fare un po’ di esperienza: dimentichiamo i setting preconfezionati reperibili su Internet e la ricerca ordinaria dei canali… che feed hunter saremmo altrimenti!? Il consiglio è di seguire le nostre tabelle pubblicate a fine rivista, così come i siti storici di feed hunting quali http://www.scaistar.com, http://www.satnews.tv.it, http://www.satcodx.com/ita/, http://www.lyngsat.com/ e http://it.kingofsat.net/.

Su questi siti (ma un’attenta ricerca su Internet ne farà scoprire molti altri) troverete sia i normali canali televisivi sia i feeds divisi per satellite con relativo footprint, importantissimo per evitare di passare ore per catturare un segnale impossibile, con aggiornamenti giornalieri.
Una vera manna sia per chi inizia sia per i più esperti e smaliziati: logicamente vanno dimenticati i satelliti quali Hot Bird e ASTRA, sui quali passano pochi feed di servizio per concentrarsi, ad esempio,  sui 10° Est.

Dopo qualche esperienza saremo in grado di riconoscere le varie tipologie di segnale, così come i sistemi di trasmissione. Naturalmente non farebbe male qualche studio approfondito sull’argomento ma questo dipenderà da quanto riuscirà ad ingolosirvi il nuovo “giochino”.

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