Potenti motori sotto controllo

Giugno 2009. Come abbiamo avuto modo di puntualizzare più volte, i primi impianti di ricezione satellitare per il grosso pubblico erano per lo più formati da una parabola e un LNB: naturalmente stiamo considerando solamente l’epoca delle trasmissioni digitali, in quanto agli albori delle trasmissioni analogiche non era inusuale osservare impianti motorizzati con antenne di grosse dimensioni, magari con LNB tribanda per la banda KU, LNB per la banda C, polarizzatore meccanico e corotor per far coesistere il tutto.

Termini oramai dimenticati dalla maggior parte degli utenti satellitari, sia per la maggior potenza di trasmissione utilizzata dai provider satellitari sia per il livellamento verso il basso dei nuovi impianti, realizzati e ottimizzati per la sola ricezione di bouquet e servizi offerti dalle pay-tv.

Ma le cose stanno cambiando e sono sempre più numerosi gli utenti di Tv satellitare non più disposti a limitarsi alla ricezione esclusiva di Hot Bird ma interessati a spaziare a piacimento lungo tutto l’arco polare.

E per queste esigenze non c’è nulla di meglio di un impianto motorizzato, realizzabile oggi anche con antenne di piccolo diametro grazie ad efficienti rotori pilotati proprio con il protocollo DiSEqC.

DiSEqC 1.2, standard universale
DiSEqC (Digital Satellite Equipment Control) è un protocollo di comunicazione posto tra un ricevitore satellitare e un dispositivo come uno switch o un rotore di piccole dimensioni connessi via cavo coassiale.

La versione 1.2 è nata dalla collaborazione Eutelsat-STAB nel 1998 allo scopo di comandare le motorizzazioni direttamente dal ricevitore. In breve tempo questo protocollo è diventato uno standard a livello mondiale pur con oggettive difficoltà nel suo impiego dovute alle operazioni manuali necessarie per garantire un corretto funzionamento.

Infatti nel DiSEqC 1.2 le posizioni relative ai vari satelliti sono prememorizzate nel rotore di antenna, perciò l’operazione richiesta ad ogni utente sarà di associare le posizioni satellitari del suo ricevitore a quelle del rotore, oppure, con un procedimento più lungo, di puntare ogni satellite assegnando una posizione sul rotore e la stessa posizione sul ricevitore, indipendentemente dalla numerazione prememorizzata sul rotore.

Questo sistema, però, seppur efficace, presenta dei limiti: nel caso si voglia inserire un nuovo satellite sarà necessario puntarlo manualmente, utilizzando il menu di un ricevitore compatibile con il protocollo stesso e poi procedere a memorizzarlo nel rotore tramite i comandi del ricevitore, avendo, naturalmente, l’accortezza di non ricoprire una posizione esistente.

Una volta compiuta questa operazione iniziale, la gestione della motorizzata diventa praticamente trasparente nell’utilizzo comune del ricevitore: quando ci si sposta su di un canale associato al satellite X sarà il ricevitore a mandare il tono DiSEqC corrispondente al rotore che muoverà l’antenna coerentemente con quanto memorizzato.

Potrà essere necessario, di tanto in tanto, ritoccare leggermente la posizione dell’antenna associata ad un determinato satellite a causa del vento: infatti il vento è uno dei nemici maggiori di questo sistema di motorizzazione, che, usufruendo di rotori di piccole dimensioni, si presta a danni meccanici nel caso in cui si esageri con il peso oppure il diametro della parabola utilizzata.

I rotori in commercio specificano esattamente quali sono pesi e dimensioni massime da utilizzare, ciò nonostante, se si abita in zone particolarmente ventose, è meglio stare al di sotto dei parametri dichiarati.

Dalla sua nascita ad oggi il DiSEqC 1.2 ha incontrato un enorme successo e, ad oggi, è praticamente impossibile trovare un riceviore che non lo supporti, sia esso Linux embedded oppure governato da un firmware proprietario.

Le antenne di grosse dimensioni movimentate da motori da 36V richiedono uno specifico posizionatore gestito a parte, senza il quale non sarà possibile spaziare lungo l’intero arco polare dato che pochissimi ricevitori digitali dispongono di un posizionatore integrato. Il dispositivo illustrato è in grado di convertire i segnali DiSEqC 1.2 in pilotaggio a 36V, rendendo la gestione del motore simile a quella di un rotore di piccole dimensioni.

USALS, calcoli di precisione 
A risolvere i piccoli problemi relativi alle difficoltà di installazione viste sopra, ecco intervenire la STAB, già partner di Eutelsat per lo sviluppo del DiSEqC 1.2, con il sistema USALS. Acronimo di Universal Satellite Automatic Locating System, ovvero sistema di puntamento automatico dei satelliti, USALS è un raffinato sistema di misurazione concesso gratuitamente ai produttori di ricevitori, per calcolare con buona precisione la posizione di tutti i satelliti in orbita partendo dalla posizione geografica relativa al luogo d’installazione.

Iniziamo, quindi, sfatando un concetto: USALS non è assolutamente un protocollo aggiuntivo ma utilizza il DiSQqC 1.2 per muovere l’antenna.
Infatti, nel DiSEqC 1.2, tra i vari comandi implementati, ne troviamo uno descritto come Drive Motor to Angular Position (°), costituito da una sequenza di 5 bytes: questo è l’unico comando del protocollo DiSEqC 1.2 usato dal ricevitore, quando pilota il motore in modalità USALS.

Il settaggio di un decoder compatibile USALS è molto semplice perché basta conoscere le proprie coordinate geografiche: nel caso questo fosse un problema il sito ufficiale della STAB, dedicato allo USALS, è pronto ad offrire aiuto fornendo informazioni indispensabili anche per il puntamento dell’antenna.

Una volta ottenuti i dati necessari è sufficiente inserirli nel menu specifico del ricevitore e da quel momento in poi non preoccuparsi più di nulla, perché le posizioni satellitari non risulteranno più memorizzate all’interno del rotore ma sarà il ricevitore, grazie al sistema USALS, ad effettuare i calcoli degli spostamenti necessari per puntare qualsiasi posizione satellitare, comunicandoli tramite DiSEqC 1.2 al rotore.

Anche in presenza di nuovi satelliti basterà inserire i dati relativi alla sua posizione satellitare e il più sarà fatto.
Anche sui ricevitori Linux embedded è stato implementato il sistema di calcolo della Stab: nelle pagine seguenti potete seguire passo-passo le operazioni per l’installazione della parabola e l’impostazione del ricevitore.

È palese, per quanto detto sopra, che tutti i rotori compatibili DiSEqC 1.2 lo sono anche con l’USALS, mentre non tutti i ricevitori contemplano questo sistema di calcolo.

L’illustrazione, tratta dal manuale di installazione in modalità USALS dei rotori prodotti dalla STAB, riporta un esempio del calcolo della posizione dei satelliti rispetto alla città di Roma, calcoli eseguiti in automatico da un ricevitore in modalità USALS. Ringraziamo Giorgio Bergamini, titolare della STAB, per la disponibilità a chiarire alcuni aspetti tecnici trattati nell’articolo.

Altri protocolli
Un’altra credenza da sfatare riguarda il DiSEqC 1.3: non esiste assolutamente un protocollo con questo nome, così come non esiste il protocollo GoToXX.
Semplicemente, come abbiamo visto, il DiSEqC 1.2 prevede un comando per spostare l’antenna e tutti i produttori non intenzionati ad esporre il marchio USALS di conformità allo standard, by-passano il problema dichiarando nomi fantasiosi tanto e spesso fuorvianti.

Considerato l’assenza di royalties da pagare per l’uso del sistema USALS, tranne l’assenso a STAB di effettuare prove sul ricevitore per garantirne la conformità allo standard, ci pare un atteggiamento miope e anacronistico.

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