Radiale ottima scelta

Febbraio 2009. Sul mercato troviamo innumerevoli apparecchi e accessori con i quali allestire impianti Tv di ogni genere. Quello che vi presentiamo è un “classico” molto diffuso, ossia un impianto che a fronte di una spesa modesta offre la possibilità di collegare in ogni stanza della casa qualunque apparecchio ricevente, decoder Sat, decoder DTT, televisore, videoregistratore e computer ma anche i più recenti decoder Sat PVR con registratore su Hard Disk integrato e le schede per computer capaci di ricevere anche in Alta Definizione.

Tra tutte le soluzioni possibili per distribuire i segnali nell’appartamento quella “radiale” offre oggi la massima flessibilità.
Con il termine “radiale” intendiamo un sistema di distribuzione dei segnali dove tutti i cavi coassiali che trasportano i segnali Tv raggiungono le diverse stanze della casa partendo da uno stesso punto in cui è collocato il centralino Tv e Sat.

Un impianto radiale, quindi, usa una postazione centrale nella quale vengono collocate tutte le apparecchiature necessarie per amplificare i segnali televisivi ricevuti via satellite e via terrestre: centraline Tv, centraline Sat, multiswitch e tutto ciò che permette di ripartire i segnali per indirizzarli verso le diverse stanze dell’appartamento.

Da questo “punto” centrale parte un cavo indipendente per ogni postazione della casa dove si è stabilito di installare una presa Tv. Ogni postazione potrà assumere diverse configurazioni con una o più prese Sat e una o più prese Tv.

Per estrarre dallo stesso cavo i segnali Tv e satellitari, caratterizzati da frequenze diverse, è necessaria una presa “demiscelata”, provvista di un apposito filtro interno di separazione, rendendo così disponibili i due segnali su connettori separati. Là dove servono più prese satellitari si porteranno più cavi.

Tre vie da seguire
Per realizzare l’impianto proposto impiegheremo un multiswitch radiale provvisto di tutte le uscite necessarie a collegare ogni presa Tv della casa.
Nell’esempio riportato in figura 1 abbiamo utilizzato un semplice multiswitch a sei uscite ma se il numero di prese fosse superiore si potrà ricorrere ad un modello più dotato (fino a 16 uscite).

E non importa se il numero delle uscite del multiswitch è superiore a quelle di cui davvero si ha bisogno: le uscite in esubero possono tornare utili in un’eventuale espansione dell’impianto, collegando altre prese.

Il multiswitch radiale integra speciali amplificatori grazie ai quali è possibile collegare tratte di cavi anche molto lunghe, fino a 70 metri (cavi caratterizzati da una attenuazione di 30 dB/100m alla massima frequenza Sat ovvero 2150 MHz).
Sull’antenna parabolica va poi montato uno speciale LNB a quattro uscite in grado di fornire tutti i canali ricevibili suddividendoli sulle quattro terminazioni, in base alla polarizzazione (verticale o orizzontale) e banda di trasmissione (bassa o alta).

Per quanto riguarda il diametro della parabola può bastare una normale antenna da 85 cm per ricevere i satelliti che trasmettono con una potenza di almeno 48 dBW verso l’Italia.
Per la ricezione dei segnali Tv terrestri sono necessari almeno due antenne, una VHF e l’altra UHF. Per l’antenna VHF è consigliabile il tipo a larga banda così da poter ricevere i multiplex digitali in onda su una frequenza diversa da quella di RaiUno, per quelle zone dove il canale analogico viene ancora diffuso sulle frequenze VHF.

Per i canali UHF in alcune zone può essere necessario utilizzare antenne separate per i canali della sottobanda IVª e Vª oppure più antenne orientate verso diverse direzioni. La ricezione Tv terrestre ha caratteristiche “locali” che differenziano il sistema di antenna da paese a paese e pertanto si dovrà studiare una soluzione ad hoc per ogni caso.

I segnali Tv terrestri, analogici e digitali, dovranno essere amplificati per sopportare le attenuazioni di distribuzione (miscelazione dei segnali nel multiswitch e perdite dei cavi coassiali) pertanto si potrà usare un amplificatore collocato sul palo di sostegno oppure nel sottotetto della casa.

Si può notare osservando lo schema di figura 1 che in una delle stanze è presente un computer dotato di schede di ricezione Sat e/o DTT, pertanto è necessario un secondo cavo Sat e una seconda presa Sat.
In un’altra stanza è presente un display dotato di tuner DTT e di un decoder Satellitare PVR provvisto di due tuner e che richiede quindi un secondo cavo Sat.

Attenuazioni e perdite
Il multiswitch radiale include amplificatori che autocompensano le perdite del segnale Sat causate dai circuiti interni di divisione dei segnali su più uscite.
Per questo motivo i segnali satellitari in uscita da un multiswitch sono quasi sempre della stessa intensità di quelli in entrata. Nella pratica si può quindi considerare il multiswitch “trasparente”, priva di peso nel calcolo della lunghezza massima dei cavi da utilizzare, considerando per il momento solamente i segnali Sat.

Normalmente un LNB fornisce al decoder Sat segnali con un livello medio di 75 dBµV, un valore ben superiore rispetto al minimo di soglia necessario (47 + 6 = 53 dBµV).
Considerando un’attenuazione di circa 2 dB dovuta alle connessioni (connettori o morsetti di collegamento dei cavi) è evidente come il segnale Sat in arrivo ad ogni presa non debba scendere mai al di sotto di 55 dBµV.

L’attenuazione massima introdotta da un cavo coassiale è quindi la differenza tra il livello fornito dall’LNB 75 dBµV e il livello necessario alla presa 55 dBµV, ossia 20 dB. Con un cavo caratterizzato da una attenuazione tipica di 30 dB alla frequenza massima di 2150 MHz si possono quindi realizzare collegamenti lunghi fino a circa 70 metri.

Per quanto riguarda i segnali Tv le cose cambiano perché utilizzano frequenze più basse, mai superiori a 862 MHz. Un cavo coassiale a questa frequenza attenua normalmente circa 20 dB/100 metri, pertanto la lunghezza fissata per le frequenze Sat è adatta anche per i segnali Tv.

Una precisazione è, tuttavia, necessaria in quanto il multiswitch, che si occupa della miscelazione dei segnali Sat e Tv, introduce una perdita di miscelazione sui segnali televisivi tanto più elevata quanto maggiore è il numero di uscite del multiswitch.

Con un modello a quattro uscite solitamente si hanno perdite di circa 10 dB.
Volendo fare una stima nello stesso modo con cui è stata fatta per i segnali Sat possiamo dire che ad un televisore devono giungere segnali di 60 dBµV mentre a un decoder DTT i segnali possono arrivare con 10 dB d’attenuazione, ovvero 50 dBµV.
Dopo 70 metri di cavo (secondo la stima fatta per i segnali Sat) i due segnali Tv terrestri (analogici e digitali) subiscono un’attenuazione di circa 14 dB.

Sommando questo valore a quello relativo alla perdita di miscelazione del multiswitch, possiamo far sì che i segnali Tv entrino nel multiswitch con un livello di 60+14+10 = 84 dBµV per i segnali analogici e 74 dBµV (10 dB in meno) per quelli DTT.

Per ottenere valori di questo genere occorre solitamente un amplificatore d’antenna con un guadagno compreso tra 10 e 30 dB a seconda dell’intensità con cui i segnali ricevibili nella zona sono forniti dalle antenne riceventi (la stima è stata fatta per 862 MHz pertanto si considerano le antenne UHF).

La versione SCR
La sigla SCR definisce una tipologia di apparecchiature, multiswitch, LNB, decoder che permettono di realizzare fino a quattro connessioni Sat indipendenti sfruttando un unico cavo cossiale.
Se in alcune stanze vanno collegati decoder Sat/PVR dotati di doppio tuner e registratore su hard disk interno, possiamo realizzare l’impianto illustrato nella figura 2.
Un decoder PVR con doppio tuner e compatibile SCR funziona tenendo bloccati i due tuner su una frequenza IF fissa.

Su questa frequenza, il multiswitch convoglia il transponder satellitare richiesto sul quale viene trasmesso il programma desiderato.
Il decoder in questo caso comunica con il multiswicth oltre che attraverso i comandi classici, 13/18 volt e 22 kHz, anche con alcuni comandi aggiuntivi del protocollo DiSEqC.

Per questo motivo la realizzazione di un impianto del genere è possibile soltanto se tutti i decoder Sat sono “SCR compatibili”, in grado cioé di generare i comandi appropriati e capaci di funzionare tenendo la frequenza di sintonia fissa. Tutti i decoder Sat collegati a questo tipo d’impianto devono essere SCR compatibili, diversamente i ricevitori normali non funzionano.

Esigenze particolari
Non c’è appassionato che non desideri un impianto capace di soddisfare tutte le possibilità e in grado di evolversi nel tempo. Queste due caratteristiche sono peculiari del sistema radiale perché attraverso i singoli cavi che collegano alle prese Tv è possibile distribuire tutti i segnali oggi disponibili, ma anche sfruttare i cavi come mezzi di collegamento per ridistribuire segnali provenienti da tutte le possibili sorgenti AV (decoder sat, DTT, VHS, DVD player, telecamere, media server ecc…).

Questa possibilità permette, con un solo cavo in più, di trasferire dalla stanza dove risiedono le apparecchiature, tutti i segnali da ridistribuire verso le altre stanze.
La soluzione di figura 3 mostra lo schema da adottare. Spicca l’uso di un modulatore RF dotato di selettore di ingressi con cui il segnale AV desiderato viene trasformato in un canale Tv analogico stereofonico, compatibile con tutti i televisori e display Tv.

Evoluzioni e prospettive di crescita
Grazie all’impiego della tecnica di distribuzione radiale l’impianto descritto si presta ad evolvere nel tempo, aggiungendo ulteriori prese Tv e Sat se si provvede ad utilizzare in partenza un multiswitch con più uscite.

In un secondo tempo potremo ricevere i segnali di due satelliti installando un secondo LNB sull’antenna parabolica e sostituendo il multiswitch con un modello a 8 ingressi Sat e ingresso Mix TV, senza modificare in alcun modo i collegamenti alle prese.
Basterà solo settare ogni decoder Sat sul tipo di impianto dual-feed realizzato.

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