Vecchi satelliti, a ripulire lo spazio ci pensa il Politecnico di Torino

Vecchi satelliti Progetto TeserIl Politecnico di Torino ha siglato un accordo con la startup italiana D-Orbit relativo alla licenza di brevetti che riguardano tecnologie sviluppate e brevettate dal Dipartimento di Ingegneria Meccanica e Aerospaziale (DIMEAS) dell’Ateneo. Si tratta del frutto di ricerche focalizzate sull’individuazione del baricentro e della velocità angolare di corpi orbitanti nello spazio, che contribuiranno a rendere più sicure e meno complesse le fasi di messa in orbita e lo smantellamento a fine vita dei vecchi satelliti.

La regolamentazione internazionale sui detriti che orbitano intorno alla Terra e sullo smantellamento dei vecchi satelliti si è fatta molto stringente al fine di evitare ulteriore accumulo di “spazzatura spaziale” e il rischio di collisioni con altri satelliti, presenti e futuri. Per rimuovere i vecchi satelliti si devono quindi riportarli a terra oppure spostarli nella cosiddetta “orbita cimitero”, a una considerevole distanza di sicurezza.

D-Orbit è una giovane startup che dallo scorso anno fa parte di TeSeR – Technology for Self-Removal of Spacecraft, il progetto dell’Unione Europea guidato da Airbus Defence and Space per ridurre il rischio di collisione tra detriti orbitali e veicoli spaziali. L’azienda ha sviluppato un innovativo sistema di propulsori indipendenti per satelliti e nanosatelliti che permettono di ridurre tempi e rischi dei viaggi nello spazio: rimangono inattivi fino al momento necessario, quindi entrano in azione per guidare il satellite dove serve. Questa procedura evita le problematiche dell’attuale generazione di satelliti, ovvero tempi molto lunghi per arrivare alla corretta orbita operativa ed una difficile gestione del rientro, spesso compromesso per il poco propellente ancora disponibile.

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